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Il canto del cigno

Mentre culmina l’ ultima prova di forza dell’Estate più calda da 140 anni a questa parte, importanti movimenti si preparano in vista del nuovo mese.

Una secca e calda massa d’aria continentale proveniente dalle regioni marocco-algerine va progressivamente contaminando, almeno ai più alti livelli isobarici, il vasto campo anticiclonico di matrice oceanica espansosi da qualche giorno sull’Europa meridio-centrale, e che, oltre a condizioni di tempo stabile e soleggiato, ha recato una nuova impennata delle temperature sulla Penisola tutta.

Tra la giornata di domani e quella di domenica la suddetta figura barica raggiungerà la massima espansione latitudinale, in seno a valori pressori al livello del suolo che, sul nord-Italia, lambiranno i 1020/1022 hpa, conditi da isoterme attorno ai +18°C alla quota altimetrica di circa 1600 m.

Nelle bassure padane e, anche se in minor misura, in prossimità dei fondovalle appenninici, ciò si tradurrà in una sensibile lievitazione termica, con punte massime diffusamente e agevolmente superiori a 30°C.  Sulla ristretta linea costiera, a mitigare ancora una volta gli effetti della pur modesta subsidenza atmosferica, vi saranno le brezze meridionali, complice una superficie marina relativamente fresca (+26° circa).

È il canto del cigno, l’ultimo ruggito dell’Estate più calda dell’ultimo secolo: dai modelli matematico-previsionali infatti, pare chiaro come, in concomitanza con l’incipit di Settembre, primo mese autunnale dal punto di vista meteorologico, le pedine dello scacchiere europeo cominceranno a muoversi in direzione di un graduale, ma drastico cambio circolatorio.

La straordinaria elevazione verso l’Islanda da parte dell’ anticiclone azzorriano, unita alla discesa di instabili masse d’aria di estrazione nord-europea verso le medie latitudini, di fatto decreterà la fine per il grande protagonista di questa Estate, l’Africano; a partire da martedì andremo incontro ad un progressivo abbattimento pressorio, oltre che termico. Per ora fermiamoci qui.