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LA NEVE A GENOVA: COME, QUANDO E PERCHE’

Cenni preliminari
Lo sanno tutti, il clima ligure, e in particolar modo quello delle due riviere, è conosciuto in tutto il mondo per le sue particolari condizioni favorevoli, non troppo calde d’estate, quasi mai particolarmente rigide d’inverno. Ma la Liguria, terra prevalentemente appenninica ma che si affaccia sul Mar Mediterraneo nasconde un’infinità di microclimi, a volte davvero sbalorditivi.
Genova, che in seno al suo territorio conserva aspetti climatici diversi e sorprendenti e di cui ci occuperemo in separata sede, rappresenta, soprattutto d’inverno, peculiarità meteo-climatiche uniche rispetto al resto della regione e oggetto di studio in tutto il mondo.
Certamente i cambiamenti climatici degli ultimi anni, indipendentemente dal fatto che siano normali processi evolutivi della Terra o che siano causati dalla negligenza dell’uomo, hanno rimescolato non poco alcuni scenari meteorologici soprattutto sul bacino del Mediterraneo, ma non è affatto cosa rara che Genova, in particolari condizioni sinottiche (= distribuzione della pressione atmosferica al suolo) sia baciata dalla “dama bianca” mentre il resto della costa ligure rimane all’asciutto o si debba accontentare di precipitazioni esclusivamente piovose.

La Pianura Padana e il cuscino freddo
Chissà cosa accadrebbe se fosse passata l’idea di abbattere il passo del Turchino per eliminare la nebbia piemontese! Ovviamente non lo sapremo mai… Ma quell’idea aveva comunque un fondamento di base, scientifico e preciso: dai passi appenninici meno elevati avvengono, molto spesso, spostamenti d’aria di portata anche notevole, tra la Pianura Padana e la costa ligure, e che possono essere responsabili, d’inverno, di tutte quelle nevicate che si concentrano esclusivamente sul capoluogo ligure.
Val_padanaLa prima “regoletta” da imparare a memoria per comprenderne meglio il meccanismo è quella di sapere che l’aria fredda è più densa e più pesante di quella calda. Di conseguenza appare quasi scontato come in prossimità di zone limitrofe la pressione atmosferica al suolo risulterà più elevata dove l’aria fredda (più pesante) tenderà a premere con maggiore forza sul terreno rispetto all’aria calda e più leggera.
Questa semplice regoletta rappresenta, di fatto, una delle spiegazioni più semplici per capire la formazione del vento al suolo: dove l’aria subisce una pressione più elevata tende, per natura e in mancanza di ostacoli, a spostarsi lateralmente in prossimità delle zone dove la pressione è minore.
Durante la stagione invernale, a causa delle ripetute avvezioni fredde artiche, polari o continentali, la Pianura Padana, come fosse un catino, chiuso dalle Alpi e dagli Appennini settentrionali, si riempe d’aria fredda, creando un vero e proprio cuscinetto freddo che nella stragrande maggioranza dei casi riesce a stazionare al suolo e nei bassi strati per tutta la durata della stagione invernale. Tanto più saranno vigorose le ondate di gelo sul nord Italia quanto più il catino padano riuscirà ad intrappolare aria fredda e sempre più pesante.
Non è affatto raro che la costa ligure sia interessata da correnti meridionali di libeccio o di scirocco che innalzano le colonnine di mercurio sino ben oltre i 10/12°C, mentre la Pianura Padana, e in particolar modo la zona più occidentale, resta decisamente più fredda, con termiche anche prossime allo zero. Le correnti meridionali, incontrando la barriera appenninica, scorrono al di sopra del cuscino freddo sottostante, interagendo con esso solo marginalmente e mantenendo inalterate le temperature rigide nei bassi strati.

La depressione del Golfo di Genova
Volendo tentare di riassumere in poche righe la natura e gli effetti della depressione del Golfo di Genova, possiamo dire che essa è, fondamentalmente, una figura di bassa pressione che si forma sottovento all’arco alpino-appenninico a causa dell’influenza esercitata da tale barriera orografica sullo scorrimento dell’aria in seno ai flussi perturbati occidentali, che vengono così “distorti” e rallentati nel loro progresso verso est. La particolare orografia, la conformazione geografica del golfo di Genova e l’effetto termodinamico del Mar Ligure concorrono a costituire questo centro di bassa pressione che talora si sviluppa sino a divenire un’importante figura isobarica, completamente autonoma rispetto al fronte atlantico da cui si era generata, che influenza le condizioni del tempo dell’intero Mediterraneo occidentale.
fig2Per la Liguria, gli effetti più importanti della depressione del Golfo di Genova riguardano l’intero territorio, influenzando pesantemente i regimi pluviometrici (andamento delle precipitazioni) di tutte e 4 le province ed i regimi termometrici (andamento della colonnina di mercurio) invernali di Genova e Savona.
La depressione centrata sul Golfo Ligure determina infatti un regime di venti intensi, rapidamente variabili, in rotazione ciclonica intorno al centro di bassa pressione (tanto più intensi e variabili quanto più è ridotto il raggio della depressione); si hanno quindi venti da scirocco ad est del nucleo della depressione del Golfo di Genova (dal levante genovese allo spezzino), venti nord-orientali su Genova, settentrionali su Savona e nord-occidentali sulla provincia di Imperia. Per effetto di tale circolazione si hanno elevate piovosità nello spezzino e minori piogge nell’imperiese (“protetto” dalla catena alpina), oltre a particolari precipitazioni (con venti meridionali in quota e settentrionali al suolo) tra Savona e Genova, ove possono presentarsi in forma nevosa sino a livello del mare con frequenza assai maggiore che nel resto del territorio regionale: fra queste due città infatti le correnti settentrionali al suolo hanno “buon gioco” in quanto vengono richiamate dalle fredde vallate del versante padano (il cuscino freddo del capitolo precedente) tramite i valichi appenninici, che in zona presentano ovunque quote assai basse (Cadibona, Giovo, Turchino, Giovi, Creto, Scoffera). Lo spostamento verso la costa dell’aria più fredda presente nel catino padano e nelle lunghe e strette vallate oltregiogo (in gergo “travaso” padano) associato alla depressione del Golfo di Genova rappresentano la causa principale delle nevicate più importanti e storiche registrate da sempre a Genova e Savona.
Appare chiaro come l’entità e la qualità del cuscino freddo presente nel catino padano sia di fondamentale importanza per poter vedere la neve a Genova e a Savona e del motivo per cui la frequenza delle nevicate alle spalle delle due città, rispetto alla stragrande maggioranza delle località del nord Italia, Alpi escluse, sia decisamente maggiore.

Tramontana chiara e Tramontana scura
E’ consuetudine, per la stragrande maggioranza dei liguri, collegare i regimi eolici di matrice settentrionale al bel tempo, secco e asciutto, magari un po’ freschetto, ma con cielo azzurro e bello luminoso. Generalmente, per la nostra regione, è proprio così: quando i centri di bassa pressione tendono a spostarsi verso est sud-est la pressione sulle regioni settentrionali (Liguria compresa) tende a risalire mentre scende più a sud, in quelle regioni interessate dal maltempo. La differenza di pressione (gradiente barico) tra nord e sud crea le condizioni per l’instaurarsi di correnti settentrionali, più o meno forti a seconda di quanto sia evidente la differenza barica, apportatrici, generalmente, di tempo stabile e soleggiato.
5vstgiMa allora perché d’inverno capita spesso che a Savona e a Genova piova o nevichi con forti correnti di tramontana?
Gran parte della risposta a questa domanda dovreste averla già intuita e compresa nei capitoli precedenti riguardanti la depressione del Golfo di Genova e il cuscino freddo in Pianura Padana. Mancava solo il nome a questo straordinario fenomeno di “travaso” padano verso la costa ligure dell’aria fredda presente oltregiogo in concomitanza alla presenza di un centro di bassa pressione sul golfo ligure: la Tramontana scura.
Ovviamente il nome deriva dal fatto che a differenza della normale tramontana apportatrice di tempo bello e stabile questa è accompagnata da condizioni di tempo instabili o perturbate.
Quando tutte le condizioni termometeo-climatiche risultano perfette per la neve a Savona e a Genova è facile per chiunque poter osservare due fenomeni atmosferici conseguenti all’ingresso della Tramontana scura e l’inizio delle nevicate: il crollo termico repentino, che a volte può raggiungere valori anche di 8/10°C in un arco temporale brevissimo e la direzione delle nubi che, a differenza e contrariamente alla tramontana (scura) al suolo, provengono dal mare.
Z01_OutsideTempHistoryCome abbiamo spiegato precedentemente, il capoluogo ligure genovese e la città di Savona si trovano proprio allo sbocco di grandi vallate, circondate da passi appenninici di alture modeste (ad esempio il passo di Cadibona per Savona e il passo del Turchino e quello dei Giovi per Genova). Quindi in presenza delle condizioni ottimali, depressione sul golfo e cuscino freddo oltregiogo, l’aria fredda, appunto, presente nella pianura piemontese viene richiamata dalla depressione, letteralmente risucchiata dagli unici tratti appenninici in cui può farlo, un po’ come se un pezzo di Pianura Padana si staccasse e piombasse su Genova e Savona confinando i venti meridionali in mare aperto e alle quote superiori, che scorrendo al di sopra della stessa Tramontana scura creano contrasti più accentuati dando origine a precipitazioni piovose o nevose più intense e persistenti.
In condizioni di avvezioni molto fredde e gelide da est nord-est la neve può raggiungere il suolo anche in quelle località della Liguria e delle due riviere che non beneficiano degli effetti straordinari della Tramontana scura. Quando invece la nevicata è legata esclusivamente all’utilizzo del freddo presente nel catino padano la stessa Genova, nell’ambito del suo stesso territorio comunale può presentare notevoli aspetti differenti, con i quartieri di Pegli e Prà a ponente e quelli di Quinto e Nervi a levante che, protetti maggiormente da rilievi montuosi più elevati e quindi meno esposti al freddo “travaso” padano, possono essere interessati da precipitazioni piovose mentre nel resto della città, Voltri compresa (passo del Turchino alle spalle) nevica abbondantemente.