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Associazione Culturale Ligure di Meteorologia

Fronti freddi e fronti caldi

Ascoltando le previsioni del tempo trasmesse dalla radio o dalla televisione, chissà quante volte abbiamo sentito addossare la colpa del maltempo all’arrivo di un fronte freddo o di un fronte caldo.

In effetti i sistemi frontali, che vediamo spesso rappresentati sulle carte meteorologiche con delle linee blu o rosse, hanno una grande importanza nel determinare le condizioni del tempo.

Il fronte è infatti una superficie di separazione tra due masse d’aria aventi caratteristiche termiche diverse, cioè una più fredda ed una più calda.

La classificazione dei fronti si basa sul loro movimento: si dice fronte caldo quello che delimita l’invasione di una massa d’aria calda su zone già occupate da aria fredda in arretramento; viceversa, il fronte freddo segna il confine dell’aria più fredda che avanza sostituendosi a quella più calda.

In prossimità di un fronte si può sempre osservare lo sviluppo di nuvolosità.

Nel caso di un fronte caldo, l’aria che sopraggiunge, essendo più leggera, scorre sopra alla massa d’aria fredda.

Con la salita dell’aria si ha la condensazione dell’umidità presente e la conseguente formazione di nubi, perlopiù di tipo stratificato.

L’area interessata da precipitazioni, in genere costituite da piogge non forti ma continue, si può estendere per 300-400 chilometri.

L’arrivo di un fronte caldo è anticipato dalla presenza dei cirri, le tipiche nubi a forma di filamento, che preannunciano il peggioramento, anche se il fronte è ancora distante magari 800 o 1000 chilometri!

Ad un fronte freddo sono invece spesso associate manifestazioni temporalesche. L’aria fredda che avanza solleva in modo più rapido e violento l’aria calda; in questo caso la zona coinvolta è più localizzata; si ha formazione di nubi cumuliformi, molto sviluppate in altezza, che danno origine ad elevata turbolenza e talvolta a violente precipitazioni, come rovesci o addirittura grandine.