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Associazione Culturale Ligure di Meteorologia

Idrometeore

Dal greco hýdor ‘acqua’ e metéoros ‘che sta in alto, nel cielo’.

Con questo termine si indicano in meteorologia tutti quei fenomeni di condensazione e di precipitazione dell’umidità atmosferica sotto forma di particelle di acqua liquide o solide.

La pioggia, la grandine, la neve, sono dette idrometeore di precipitazione, mentre per le nebbie e le nubi si parla di idrometeore di condensazione.

Quando si verificano determinate condizioni di temperatura e pressione, dette condizioni di saturazione, il vapore d’acqua può condensare attorno alle microscopiche particelle solide presenti in sospensione nell’aria (gli aerosoli), formando inizialmente goccioline o piccolissimi cristalli di ghiaccio (così si formano le nubi).

Se permangono tali condizioni, si ha poi il processo di accrescimento: in questo caso le goccioline o i minuti cristalli di ghiaccio possono aumentare di dimensione e infine precipitare al suolo.

In questo modo al suolo può giungere pioggia oppure, quando la temperatura dello strato di aria vicina alla superficie è sufficientemente bassa, neve.

La formazione della grandine è associata tipicamente alle imponenti nubi temporalesche, caratterizzate da forti correnti ascensionali.

Gocce di pioggia ghiacciata vengono più volte trasportate velocemente verso l’alto: ad ogni sollevamento il “chicco” di grandine aumenta di dimensioni, fino a quando non precipita definitivamente al suolo.

La nebbia è una sospensione, negli strati dell’atmosfera vicini al suolo, di minutissime goccioline d’acqua, del tutto simili a quelle che costituiscono le nubi.

Può avere diverse cause, prima fra queste il raffreddamento notturno della superficie terrestre in presenza di aria umida e scarsamente ventilata: vengono così raggiunte le condizioni di saturazione e l’umidità condensa in goccioline.

Rugiada, brina e galaverna sono associate tutte alla condensazione (e sublimazione) dell’umidità dell’aria su corpi e superfici al suolo più freddi dell’aria stessa.

Mentre le prime due sono fenomeni tipicamente notturni, dovuti al raffreddamento della superficie terrestre in notti serene, la terza consiste nella solidificazione di gocce di nebbia (o di nube bassa).

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