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AAA CERCASI INVERNO IN ITALIA (E NON SOLO)

Giunti ormai a metà gennaio (e quindi al giro di boa di questo “pseudo” inverno) è giusto fare un primo bilancio su ciò che è stata, ma soprattutto su ciò che non è stata questa stagione. Sappiamo che il titolo di questo articolo può apparire ai più un po’ pretestuoso e magari anche un po’ enfatico, ma vi assicuro che non lo è affatto. Come prova schiacciante di quanto diciamo c’è la mappa allegata, che mostra chiaramente come l’alta pressione (è una mappa relativa all’altezza geopotenziale alla quota isobarica di 500 hPa ma poco cambia) è stata praticamente l’unica vera protagonista dello scenario meteo non solo in Italia, ma anche a livello europeo. Le uniche zone in media o leggermente sotto sono i settori più a nord della Gran Bretagna e della Scandinavia e la Grecia. Quest’ultima, tra l’altro, non è nuova a “performances” di questo genere dato che il trend degli ultimi inverni ha visto proprio la nazione ellenica spesso sugli scudi e protagonista di episodi invernali piuttosto rilevanti. Certo è che questo inverno sta fallendo soprattutto a livello termico, quasi ovunque: basti pensare che non ha ancora nevicato (o lo ha fatto in maniera sporadica) in molte zone d’Europa.

In pratica l’inverno non è mai iniziato e il nostro Paese non fa eccezione alcuna: solo le estreme regioni meridionali hanno potuto osservare qualche fugace passaggio invernale, ma in linea generale, sia dal punto di vista termico che precipitativo l’inverno, quello vero, non ha ancora bussato alla nostra porta.

I motivi di questo fallimento sono molteplici, ma sicuramente quello che ha inciso di più è la forza del vortice polare, che ruotando come un forsennato ha determinato connotati zonali al tempo atmosferico e trattenuto il freddo alle alte latitudini. A complicare il quadro ci si è messa anche la stratosfera: stiamo infatti vivendo, proprio in questi giorni, un evento stratosferico estremo di tipo freddo: in soldoni sta a significare che nei piani più alti dell’atmosfera è avvenuto un forte raffreddamento. Tale raffreddamento, in particolari condizioni, va a condizionare anche i piani sottostanti (la troposfera), determinando un ulteriore rinforzo del vortice polare, con tutto ciò che che ne consegue. Questo condizionamento, solitamente, a livello statistico, perdura per circa 40/60 giorni. Inutile dirvi che, qualora tali tempi venissero rispettati, potremmo già pensare alla primavera.

Nei prossimi giorni, osserveremo una parvenza di inverno, anche sulla nostra regione, grazie ad una temporanea frenata delle correnti zonali che permetterà all’anticiclone atlantico di ergersi sui meridiani, consentendo così all’aria fredda di scendere di latitudine. Ciò avverrà tra la giornata di sabato e l’inizio della prossima settimana (quando la colonnina di mercurio scenderà vistosamente rispetto ai valori attuali), anticipato da un veloce passaggio perturbato che potrà portare qualche fiocco di neve in Appennino, fino a quote di medio-alta collina.

Successivamente, saremo aperti a due possibili scenari: l’evento stratosferico estremo di cui sopra condizionerà la troposfera per i canonici 40/60 giorni,facendoci salutare l’inverno fino al prossimo diecembre; eoppure la troposfera “reagirà” consentendo proprio a fine mese di vivere almeno un episodio invernale degno di nota. Al momento ovviamente non possiamo sbilanciarci. Ma, obiettivamente, la prima ipotesi ci pare, ad oggi, la più probabile.