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Anticiclone coriaceo, la via d’uscita ad est o ad ovest?

Permane una vasta area anticiclonica sull’Europa centro occidentale. Basta guardare il satellite per rendersi conto che le depressioni scorrono alle alte latitudini, mentre sul mediterraneo rimangono solo annuvolamenti di tipo orografici / stagionali.

Infatti, se da una parte nelle zone interne “riparate” presenziano locali nebbie, indotte dal ristagno di aria che si crea nei bassi strati, con un regime eolico pressoché nullo, dall’altra parte, la risalita di aria mite ed umida nei bassi strati, determina i soliti annuvolamenti costieri (Macaia), tipici della nostra regione.

Tale situazione si protrarrà per tutta la settimana, la spinta umida si farà a volte più intensa, con uno strato di nubi basse ad inglobare il versante marittimo, rimanendo più compatte al mattino ed alla sera, lasciando spazio a locali schiarite nelle ore centrali, quando il sole tenderà a dissipare parzialmente la nuvolosità. Non è neanche escluso che tale situazione possa determinare, in quelle ore più favorevoli, qualche piovasco localizzato ai piedi dei rilievi esposti a sud, anche se saranno precipitazioni generalmente trascurabili.

Il contesto termico risulta ben al di sopra della media del periodo , con punte di +15 a 850 HP (quota di circa 1500) metri, che tenderà a ridimensionarsi sino a valori attorno ai +10, comunque rimanendo 5/7 gradi sopra i valori stagionali. Al suolo i riscontri saranno tuttavia più contenuti, pur rimanendo rilevanti per Novembre, stante un fattore strettamente stagionale, ossia l’inclinazione del sole, e le sue ore effettive di luce, che conterranno parzialmente l’impennata termica, almeno sulle coste, ove le escursioni diurne non risulteranno troppo marcate, anche per la parziale mancanza di soleggiamento, mentre nelle zone interne (là dove non sarà presente la nebbia) ed in quota,  si avvertita maggiormente il surplus termico in atto.

Chiusi nella suddetta situazione, si fatica ad inquadrare i presupposti per un’uscita da questa stasi meteorologica, ricercando un’eventuale configurazione che possa almeno riportare i valori termici a ridosso della media stagionale.

Bisogna pertanto spingersi oltre la metà del mese per poter scorgere qualche cambiamento, andando incontro ad una distanza temporale molto elevata, e quindi incerta, con grande discordo sia nella comparazione tra modelli diversi, sia all’interno dei modelli stessi, che cambiano evoluzione ad ogni propria emissione.

Fisiologicamente si presuppone che tale situazione dovrà comunque prima o poi evolvere, anche solo momentaneamente, con un target temporale stimato sugli 8/10 giorni.

Volendo spingersi pertanto oltre, per capire l’evoluzione, scopriamo che le tesi sostanziali sono comunque due: da una parte la possibile risalita anticiclonica verso le alte latitudini, con conseguente discesa di aria fredda da nord est verso sud. In tal caso, bisognerebbe stabilire (assolutamente inutile farlo adesso) quale strada potrebbe percorrere, con la via Balcanica ovviamente favorita, e la nostra penisola al riparo, ma con flussi più freschi a garantire un ricircolo d’aria.

L’altra ipotesi, completamente opposta, vedrebbe un rinforzo delle correnti occidentali, ed una lenta erosione anticiclonica da ovest, che potrebbe erodere il muro alto pressorio, e farlo cadere verso est sotto la spinta di correnti da sud ovest che guadagnerebbero cosi terreno verso i nostri settori, ed un possibile ritorno di qualche pioggia atlantica.

Quest’alternanza modellistica nel veder prevalere alternatamente un’ ipotesi piuttosto che l’altra, con tali evoluzioni confinate solamente nel lungo termine, evidenzia quanto sia in realtà coriaceo il pattern in atto, con la zona anticiclonica che ne trae forza e longevità, ed un difficile cambiamento che avverrà solo lentamente e magari non definitivamente. Non ci resta pertanto l’attesta della nuove emissioni per capire meglio cosa succederà nella seconda parte del mese.