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AUSTRALIA: UN CICLO DISTRUTTIVO

L’Ufficio di Meteorologia di Victoria spiega il perverso meccanismo dietro la tragica situazione in Australia.
In buona sostanza, i fronti di fuoco sono così estesi da influenzare il tempo atmosferico locale. Il fumo prodotto dagli incendi, risalendo per chilometri e chilometri in atmosfera, tende a raffreddarsi, fino a condensare in veri e propri sistemi nuvolosi, anche a sfondo temporalesco (pirocumulonembo).
Se il meccanismo si interrompesse qui, non ci sarebbe nulla di strano, anzi, le piogge sarebbero una manna. Il problema è che il meccanismo, spesso, va avanti: la differenza di potenziale elettrico che viene a crearsi tra la zona del temporale e l’ambiente circostante è così elevata da innescare la genesi di fulminazioni, capaci di accendere nuovi fronti di fuoco.
Si sono avuti casi in cui il pirocumulonembo è stato così intenso da generare fenomeni vorticosi, che a contatto con le fiamme sono evoluti in veri e propri “tornado di fuoco”. È cio che è accaduto a Canberra nel 2003, oppure a Kanto, in Giappone, nel lontano 1923, quando il vortice ha provocato la morte di circa 38.000 persone in appena un quarto d’ora.