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CHE INVERNO AVREMO? CHIEDIAMOLO ALLA STRATOSFERA

Il futuro dell’inverno risiede anche in un delicato equilibrio di giochi con le quote superiori.

La stratosfera polare invernale, che ha mediamente inizio attorno ai 9-10.000 metri, dialoga sovente con la troposfera, ovvero con quella sezione verticale dell’atmosfera assai turbolenta ove si formano le nubi e le precipitazioni e le temperature, salendo di quota, tendono a diminuire.

La stratosfera è invece un luogo molto quieto caratterizzato da inversione termica (le temperature aumentano con la quota) e le masse d’aria alle diverse altezze tendono a scivolare l’una sull’altra interferendo tra loro solo in determinate circostanze.

Vi diciamo subito che esiste una correlazione, piuttosto ben supportata dalla statistica, secondo la quale ad una stratosfera fredda in sede polare normalmente coincide un inverno piuttosto mite alle medie latitudini.

Questo accade per il fatto che il vortice polare, oltre ad una certa soglia di approfondimento, tende a rompere questa non ingerenza tra i piani alti e quelli più bassi della stratosfera fino talvolta a “bucare” la calotta della tropopausa e quindi a scendere in troposfera.

Questa dinamica, detta di condizionamento da parte della stratosfera, annuncia di solito una fase invernale mite proprio in quanto un vortice polare molto compatto mantiene l’aria fredda artica  vicina al proprio minimo concedendo pochissimo in termini di freddo e di nevicate verso le latitudini più basse.

Al contrario accade quando notiamo che la stratosfera tende a scaldarsi oltre ad una certa soglia.

In questo caso i flussi di calore, portati dalle onde lunghe di Rossby, tendono a disgregare il vortice stratosferico imponendo un rallentamento delle velocità zonali su tutta la colonna fino in troposfera.

Ecco che allora le masse artiche si allontanano dal cuore del polo e, con le spinte da parte delle onde, tendono a migrare verso le più basse latitudini portando probabili fasi fredde, spesso accompagnate da tempo instabile e/o perturbato.

Questa soglia di interferenza fra troposfera e stratosfera fa riferimento ad un indice il cui acronimo NAM (North Annular Mode) corrisponde sostanzialmente all’Arctic Oscillation ma all’altezza equivalente a 10 hpa ( tra i 28 e i 30 km di altezza) il cui valore uguale o maggiore di +1,5 indica un vortice stratosferico molto forte e potenzialmente in grado di riverberare i propri effetti anche in troposfera e viceversa il cui valore uguale o inferiore a -3 indica un vortice molto debole e in grado di mettere le basi per ondate di freddo verso le medie latitudini.