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Diviene realtà un nuovo ricompattamento del Vortice Polare

Si esauriscono in queste ore gli effetti portati da una vistosa circolazione di bassa pressione che concentra fenomeni temporaleschi e precipitazioni soprattutto sulle regioni centrali e meridionali del nostro Paese. L’espansione dell’alta pressione si fa invece sentire sulla Penisola Iberica e sull’Europa occidentale, acquistando sempre più importanza nei prossimi giorni, coerentemente con quanto previsto dai centri di calcolo più importanti.

Siamo infatti proiettati verso un ricompattamento del Vortice Polare che riporterà già a partire da questo weekend, un netto rinforzo dei venti zonali alle latitudini settentrionali europee.

Cos’è il Vortice Polare? Trattasi della grande depressione permanente che durante l’inverno staziona nelle regioni polari, condizionando con i suoi comportamenti ed i suoi movimenti, il tempo delle medie latitudini europee. Quando quest’ultimo si presenta particolarmente raffreddato e compatto, favorisce generalmente l’insediamento di persistenti anticicloni nella fascia delle medie latitudini, limitando gli scambi meridiani in grado di trascinare le masse d’aria fredda verso latitudini meno elevate.

Per quali ragioni l’alta pressione torna ad interessare il Mediterraneo?

In questi giorni stiamo sperimentando un evento abbastanza importante di raffreddamento stratosferico polare che, riuscendo a penetrare senza problemi verso la bassa troposfera, sta avviando un feroce ricompattamento del Vortice Polare.

Questo raffreddamento che mette in comunicazione stratosfera e troposfera, prende il nome di “stratcooling”. Quest’ultimo determina una serie abbastanza importante di conseguenze a livello circolatorio generale che possiamo riassumere in questi tre punti fondamentali:

– annullamento degli scambi meridiani

– rinforzo dei venti occidentali alle alte latitudini

– aumento del gap termico tra la fascia delle medie latitudini e la fascia polare

Nella circolazione atmosferica prevista in Europa le prossime giornate, riscontreremo esattamente tutte e tre queste caratteristiche, sperimenteremo così una brusca intensificazione dell’attività depressionaria sull’oceano Nord Atlantico e sulla Penisola Scandinava, un rinforzo degli anticicloni sull’Europa meridionale e sostanzialmente una mancanza di comunicazione tra fascia delle medie e delle alte latitudini.

Secondo il centro di calcolo europeo, una via d’uscita a questa situazione sarebbe possibile attraverso la strutturazione di un’onda meridiana molto pronunciata già entro la prima decade dicembrina. Alcune previsioni deterministiche mettono addirittura in luce la formazione di un pattern cosiddetto “scand positivo”, che prevede pertanto la formazione di una zona d’alta pressione sulla penisola Scandinava, foriera di episodi di freddo anche importanti diretti alle nostre latitudini. Tuttavia riteniamo questa ipotesi ancora poco probabile, mentre per ora l’evoluzione più significativa relativa al prossimo futuro (7-10 giorni) porterebbe ancora alla ribalta l’anticiclone come figura barica di spicco in questo primo scorcio di inverno meteorologico.