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ESTATE 2020: LA ROTTURA

Se le ultime estati, coi loro eccessi, hanno saputo mettere d’accordo tutti (o quasi), inducendo anche i più accaniti amanti della stabilità e della calura a sperare, di giorno in giorno, nell’arrivo di un piccolo refolo di aria dall’Oceano, ad attenuare per almeno qualche ora la morsa canicolare, quella di quest’anno, invece, con le sue tenui sfumature di “normalità”, le sue saltuarie piogge e i suoi cadenzati temporali, ha fortemente diviso l’opinione pubblica, mettendo tristemente in luce quanta poca coscienza e consapevolezza vi sia della materia meteo-climatica, anche di casa propria.

Ciò detto, non siamo qui ora a dissertare su questo. Demandiamo pertanto l’irrevocabile giudizio su come sia trascorsa la stagione ai freddi numeri statistici che ci giungeranno tra poche settimane.

Piuttosto, soffermiamoci un attimo sull’evento atteso nel prossimo fine settimana, che ha tutta l’aria di voler assomigliare a quelle “burrasche” che un tempo si verificavano con una certa frequenza proprio sul finire del mese di agosto, assestando un ceffone così sonoro all’estate da spingerla ad avviarsi inesorabilmente verso la sua fine.

Ebbene, le proiezioni probabilistiche dei più quotati modelli matematici concordano per i prossimi giorni su un marcato indebolimento del flusso atlantico in uscita dagli States, dalla cui ondulazione andrà generandosi una vasta e strutturata saccatura, ricolma di ingenti masse d’aria fresca, di matrice polare-marittima. Essa giungerà sull’ovest europeo nella giornata di venerdì 28, arrecando un poderoso calo delle altezze dei geopotenziali, fin su valori prossimi a 550 dam tra Francia, Germania e Gran Bretagna.

Vien da sé che il successivo ingresso di una figura depressionaria di tali fattezze sul bacino tirrenico, dove nel frattempo un profondo richiamo (pre-frontale) di correnti meridionali in risalita dai lidi iberico-marocchini avrà coinvogliato per molte ore grandi quantitativi di aria calda, non sarà indolore.

Non scenderemo nei dettagli, la distanza temporale, unitamente alla bassa predicibilità della dinamica in sé, ce lo impedisce. Tuttavia il set-up termo-dinamico che verrà ad instaurarsi a partire da venerdì sera e fino alla giornata di domenica, sul nord-Italia (Liguria compresa), sarà ciò che di più favorevole esiste allo sviluppo di spiccati moti convettivi, in grado di sfociare in fenomeni vorticosi (trombe d’aria o trombe marine) e corpose strutture temporalesche su meso e micro-scala, con anche caratteristiche di stazionarietà o semi-stazionarietà, capaci di riversare considerevoli volumi d’acqua su aree geografiche più o meno ristrette in tempi relativamente brevi.

Gli effetti sul piano termico tarderanno un po’, ma arriveranno. Tra domenica 30 e lunedì 31, avvenuto con successo il transito dell’asse della saccatura, il lago di aria fresca di estrazione nord-atlantica forzerà l’impedimento alpino per riversarsi progressivamente su tutto il settentrione, determinando un ragguardevole calo delle temperature, che si porteranno fin su valori inferiori alle medie per il periodo.

La dinamica nel suo complesso ha tutte le carte in regole per imprimere alla stagione una profonda ferita, che difficilmente riuscirà a rimarginarsi. Ciò non significa che tutt’a un tratto giungerà l’autunno, per quello occorrerà attendere ancora. Ma l’estate, così come la abbiamo vissuta fino ad ora, con quelle sue prove di forze, talvolta capaci di non farci dormire la notte, se non con il condizionatore acceso, non tornerà più.

Insomma, ci attende un fine settimana impegnativo, la cui evoluzione andrà seguita passo dopo passo, con attenzione.

Nel frattempo però potremo godere ancora di qualche dì soleggiato (macaia permettendo) e temperature elevate; tenendo però a mente che è proprio da quelle temperature, di cui ci staremo compiacendo dal nostro lettino sulla spiaggia, che di lì a poco potranno derivare buona parte dei nostri problemi.