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FEBBRAIO… LA RIVINCITA DELL’INVERNO?

L’inverno 2019/2020, allo stato dei fatti quasi inesistente, non solo per l’Italia, ma per gran parte del continente europeo, affronta la sua ultima sfida tentando una rivincita.

L’esordio del mese di febbraio per l’area mediterranea sarà caratterizzato da un inizio piuttosto monotono, presidio ancora una volta di un solido campo di alta pressione e di temperature ben al di sopra della norma, mentre correnti più fredde di matrice artica si faranno via via largo verso l’Europa orientale e le pianure russe più prossime ai confini europei.

Saranno queste zone il bersaglio prevalente di una serie di incursioni di aria fredda che tenderà gradualmente a depositarsi, stratificando e raffreddandosi ulteriormente.

Questo consentirà, successivamente, a correnti di estrazione artico-continentale di scivolare più agevolmente verso il Mediterraneo attraverso la porta della bora e ancor di più dell’Adriatico, fino a raggiungere le zone centro-meridionali dell’Italia, indubbiamente più esposte e sensibili a questo tipo di episodi, non solo dal punto di vista termico, ma anche precipitativo.

Diverso il discorso per le regioni settentrionali e, più in generale, per il versante tirrenico, dove la dinamicità invernale, fatta di piogge e nevicate fino a bassa quota, continuerà a latitare o comunque a manifestarsi col contagocce, in quanto sottovento rispetto alla componente di dette correnti. Questa situazione, con tutta probabilità, persisterà per buona parte del mese di febbraio, vedendo l’alternanza di freddi venti da est o da nord-est con fasi di maggior quiete, contraddistinte da nuove espansioni da parte dell’alta pressione.

Nonostante le temperature tenderanno a riportarsi su valori più consoni alle medie del periodo su gran parte della nostra penisola, le correnti polari più umide si mantenerranno molto tese in Atlantico, prediligendo quindi latitudini elevate rispetto all’Europa centrale e soprattutto meridionale.

Ancora una volta, il principale responsabile di siffatta impostazione circolatoria sarà da ricercarsi in un vortice polare molto freddo e forte a tutte le quote (fig.3) fino in stratosfera (20/30 Km di altezza), a concederà scarse occasioni alle correnti perturbate provenienti da ovest di portarsi verso le medie latitudini e verso la nostra Penisola, in modo da interagire con l’aria fredda che nel frattempo avrà conquistato a pieno titolo la parte più interna del continente.

I flussi di calore verticali utili a generare variazioni sostanziali a questo andamento, e a creare le ondulazioni necessarie a portare un clima invernale nella sostanza (e non solo dal punto di vista termico), si riveleranno ancora una volta troppo deboli e discontinui.

Riteniamo dunque che nel mese di febbraio l’inverno potrà rivestire il ruolo di “comparsa” (anziché di totale assente) sul palco dell’ Europa centrale e meridionale.
Si alterneranno fasi più ventose e fredde (specialmente al mattino) ad altre più miti e umide, ma in un contesto nel complesso poco produttivo in termini precipitativi, soprattutto per il nord-Italia.

Non possiamo escludere, tuttavia, che un fisiologico allentamento della tensione delle correnti zonali potrà concedere qualche chances in più al nord, in termini precipitativi, durante l’ultima decade del mese. Ovviamente, ad oggi, si tratta solamente di ipotesi, che andranno valutate cammin facendo.