Skip to content Skip to sidebar Skip to footer

INVERNO ATLANTICO. MA PER QUANTO?

Mentre i settori nord-orientali del “Vecchio Continente” vivono una cruda fase invernale, il comparto meridio-occidentale saggia gli effetti del tiepido alito atlantico. Ma nuovi importanti movimenti minacciano di scombussolare il corrente quadro sinottico.

Il bacino del Mediterraneo seguita a rimanere corsia preferenziale per un umido flusso di correnti oceaniche, nastro trasportatore di ripetuti impulsi perturbati sulla penisola italica; uno di questi transiterà alle nostre latitudini durante la giornata odierna, recando maltempo soprattutto lungo l’arco alpino, ove sono già in corso copiose nevicate.

Detto deterioramento meteorologico interesserà solo marginalmente la nostra regione: sull’imperiese e sul savonese prevarranno condizioni di variabilità, all’interno della quale il soleggiamento giocherà un ruolo dominante; il genovesato e ancora di più lo spezzino faranno invece i conti con un graduale incremento della nuvolosità marittima (“maccaja”), che localmente, tra il pomeriggio e la sera, potrà dare luogo a qualche rovescio piovoso.

Il quadro termico non subirà apprezzabili variazioni, se non una qual certa flessione laddove le nubi appariranno più compatte, e laddove queste dispenseranno fenomeni. Dal punto di vista eolico appare opportuno segnalare, soprattutto ai naviganti, la ragguardevole intensità del vento da sud-ovest (Libeccio) in mare aperto, che conseguentemente si mostrerà molto mosso, fino ad agitato sul levante.

Se, in attesa del prossimo input depressionario, la cui entrata sul bacino del Mediterraneo è prevista per la giornata di Sabato 9 Gennaio, si tenta di dare uno sguardo al lungo termine, si scorge la possibilità di un nuovo tentativo da parte dell’atmosfera di riposizionare le pedine bariche sullo scacchiere sinottico europeo. Per la metà del corrente mese infatti, i principali global models disegnano un importante movimento circolatorio ad opera dell’alta pressione oceanica, che tenderebbe nuovamente ad elevarsi verso le latitudini polari, innescando così una fisiologica contro-risposta fredda verso i nostri lidi. Che si tratti della vera svolta in chiave invernale? Staremo a vedere, nel frattempo non ci resta che darvi il buongiorno.