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Associazione Culturale Ligure di Meteorologia

Grandine

“Precipitazione atmosferica costituita da granuli di ghiaccio composti da strati trasparenti e opachi, sovrapposti ed alternati.

I granuli hanno dimensioni variabili e, in casi eccezionali, possono raggiungere anche la dimensione di un’arancia.

Il loro processo di crescita si chiama orlatura.

Le particelle di ghiaccio presenti nella nube, spinte da correnti d’aria ascensionali, collidono con gocce d’acqua a temperatura inferiore allo zero e le solidificano.

Quando i granuli non sono più sostenuti dalle correnti ascensionali precipitano con violenza causando danni anche rilevanti all’agricoltura.

Proprio per tentare di evitare questi danni o di limitarli, sono stati ideati razzi antigrandine che hanno lo scopo di bloccare l’accrescimento dei granuli.

Alle nostre latitudini, dopo la tromba d’aria, il temporale è senza dubbio il fenomeno meteorologico più violento.

Le precipitazioni provocate dai temporali sono in genere molto abbondanti e talvolta alla pioggia si unisce la grandine (granelli di ghiaccio con diametro superiore a 5 millimetri).

Ma come si formano i chicchi di grandine? All’interno del cumulonembo, nello strato di nube in cui la temperatura è compresa fra 0°C e -10°C, coesistono cristallini di ghiaccio e goccioline d’acqua sopraffuse, cioè rimaste allo stato liquido malgrado la temperatura negativa. In queste condizioni particolari i cristalli di ghiaccio tendono ad accrescersi per processi di sublimazione (passaggio dallo stato di vapore acqueo a quello di ghiaccio) a spese delle goccioline di acqua che tendono invece ad evaporare.

Questi piccolissimi granuli di ghiaccio, mantenuti all’interno della nube temporalesca da imponenti correnti ascendenti, collidono con le goccioline sopraffuse accrescendo ulteriormente le proprie dimensioni.

Se i moti convettivi sono deboli, i granuli di ghiaccio, una volta raggiunto l’apice della nube, dove le correnti ascendenti divergono, precipiteranno verso il suolo attraversando strati d’aria con temperatura relativamente elevata e raggiungeranno il terreno sotto forma di pioggia; se invece le correnti ascendenti sono intense, le particelle resteranno a lungo nella nube e gli intensi moti vorticosi in essa presenti, per molte volte ancora, li trasporteranno in alto, poi in basso e ancora verso l’alto, consentendo, ad ogni ciclo, la formazione di un nuovo rivestimento di ghiaccio.

Quando i chicchi di grandine saranno diventati tanto pesanti da non poter essere più sorretti dalle correnti ascendenti, precipiteranno violentemente verso il suolo con le conseguenze che tutti conoscono.

Come è possibile risalire all’età di una pianta contando gli anelli del tronco, è possibile risalire al numero di cicli che il granello è riuscito ad effettuare all’interno della nube contando i gusci concentrici di cui è formato.

Se ne possono trovare anche più di una ventina. In questa caratteristica “stratificazione a cipolla” si alternano strati di ghiaccio opaco (biancastro) a strati di ghiaccio trasparente; questi ultimi si formano nella zona della nube in cui sono presenti i moti ascendenti, dove cioè la quantità di goccioline sopraffuse è elevata, mentre gli strati biancastri, cioè ricchi di bolle d’aria, si formano nella regione in cui il chicco cade, cioè dove il contenuto d’acqua è meno abbondante.

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