L’intenso sistema temporalesco che nella giornata di ieri, mercoledì 8 luglio, ha investito le regioni di nord-est, provocando persino la formazione di un vero e proprio tornado, può essere considerato come la diretta conseguenza di un cambio di guardia, paraganabile ad un vero e proprio “passaggio di consegne” tra l’anticiclone africano che tende a perdere di importanza e quello delle Azzorre che tornerà ad essere preponderante sulla circolazione atmosferica attesa sull’Europa nei prossimi giorni. Si attenua infatti l’intenso forcing dell’atmosfera che ha causato una parentesi di calura così intensa non solo sul Mediterraneo ma anche sul resto d’Europa. Nei prossimi giorni la distensione zonale, cioè il rinforzo della corrente a getto proveniente da ovest, riporterà l’alta pressione azzorriana sul bacino del Mediterraneo.
Nonostante il cambio di circolazione, la calura sul Mediterraneo faticherà ad attenuarsi e con tutta probabilità, in ambito regionale la colonnina di mercurio resterà attestata su valori di caldo moderato/forte. La persistenza di questi valori termici troverà in parte spiegazione dall’inerzia termica portata da una superficie marina oramai surriscaldata non solo in superficie ma anche negli strati più profondi. Solo col tempo la persistenza di questa circolazione potrebbe avere delle ripercussioni più sensibili sul quadro termico generale a livello italiano e regionale, con l’alta pressione che potrebbe presentare un punto debole nei suoi settori più orientali, riferendoci quindi alle aree est europee. Questi settori d’Europa potrebbero imbattersi ricorrentemente nel passaggio di alcuni impulsi di instabilità veicolati da correnti più fresche provenienti da nord-ovest, con la Penisola Scandinava sempre influenzata da una circolazione di bassa pressione anche nel lungo termine.
La persistenza di questo disegno barico non esclude la possibilità che anche l’Italia possa esserne coinvolta; in questo frangente l’instabilità ed i temporali tenderebbero a privilegiare i settori orientali del Paese, nonchè l’area balcanica mentre le aree occidentali risulterebbero più riparate. Questa che vi abbiamo appena descritto potrebbe essere pressappoco la chiave di lettura per il prossimo futuro, tenendo sempre bene a mente come la disposizione delle pedine bariche alle lunghe distanze previsionali possa essere soggetta a variazioni anche sensibili.