Freddo ad est e contemporanee manovre di sblocco da parte delle correnti occidentali fanno presupporre scenari interessanti per l’inizio di Febbraio.
L’aria gelida che a più riprese ha interessato l’est del continente apportando nevicate diffuse ha di fatto creato una vasta area innevata. La cosiddetta snow cover (estensione della neve al suolo), invade gran parte dell’Europa orientale, ed è evidente come ciò comporta una certa interazione del terreno, che risulta particolarmente freddo, con la sovrastante atmosfera. Le basse temperature al suolo infatti si autoalimentano per inversione termica da una parte (sia per l’effetto albedo sia per la sottrazione di calore latente) , mentre dall’altra nuove discese fredde trovano terreno fertile, con le masse d’aria che non si surriscaldano scendendo di latitudine, ma anzi mantengono le loro caratteristiche di partenza. Il freddo così si dispone su tutti i livelli atmosferici interessando un vasto territorio, sempre sulla parte orientale dell’Europa, rimanendo a due passi dalla Penisola, mentre sul settore occidentale, dove ha perdurato la zona anticiclonica, manca quasi completamente una copertura nevosa, di fatto tagliando il continente in due, sia termicamente che baricamente.
Sullo scacchiere Europeo si denota come ci siano tentativi da parte delle depressioni ad ovest di avanzare verso est. Tuttavia la situazione presente sopra descritta pone difficoltà di manovra da parte delle onde a penetrare sino ai nostri settori. Infatti, le correnti depressionarie più miti faticano ad avanzare, sia per la spalla alto-pressoria presente ad ovest, sia per il freddo ad est che oppone forte resistenza. Il getto va cosi ondulandosi, anche “partizionandosi”, e non riesce a traghettare con decisione le depressioni in maniera lineare verso oriente, portandole invece a risalire verso nord oppure ad isolarsi verso il mediterraneo meridionale (che tanto mal tempo sta causando), rendendo difficile invertire la tendenza consolidata.
I modelli faticano ad inquadrare tutte queste variabili, per cui diventa difficile capire se le ipotesi di modifica della circolazione atmosferica poste sul medio/lungo termine possano andare effettivamente a buon fine, ciò nonostante, dalle proiezioni attuali, la spinta della corrente occidentale sembra ogni giorno di più raggiungere il suo intento, provando lentamente sia a scalzare l’area anticiclonica, sia ad interagire maggiormente con l’aria fredda posta ad est.
Un nuovo tentativo andrà in scena verso il fine settimana, quando un più deciso affondo dai lidi occidentali proverà a spingersi maggiormente verso est. Ad oggi è ancora difficile stabilire con quale efficacia, stante la discordanza modellistica attuale. E’ probabile comunque che in questa prima fase l’affondo non riesca a penetrare a sufficienza, o comunque non in maniera tale da coinvolgere il settentrione in maniera diffusa, anche se non si possono escluderei alcuni primi effetti, magari con locali precipitazioni anche nevose a bassa quota. Ovviamente tale ipotesi sono da stabilire e chiarire in sede previsionale.
Preme però ricordare che il suddetto passaggio sarà importante soprattutto per diminuire i valori pressori medi sull’Europa occidentale, che andrà cosi lentamente a “depressionari”. Le correnti zonali potranno pertanto esser successivamente agevolate nel loro percorso verso oriente, risultando via via più vicine e potendo così proporre qualche ingresso instabile o perturbato anche sui settori che sino ad oggi non hanno beneficiato di particolari precipitazioni, ne piovose ne nevose, come il nord Italia (in particolare nord ovest).
In conclusione, quel che va ad ipotizzarsi è uno scenario che volge verso un incremento dell’instabilità anche sui settori occidentali che potrebbero esser ripresi da flussi umidi, magari con un primo supporto freddo stante l’interazione con l’aria presente ad est, in grado di regalare finalmente la neve anche sulle nostre Alpi, ed eventualmente sui nostri Appennini. Scenario che potrebbe proprio presentarsi con maggior decisione ad inizio Febbraio, sempre che il pattern perdurato sino ad oggi non abbia di nuovo la meglio, vanificando così gli sforzi atmosferici in atto.