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Prima neve sulle Alpi occidentali?

Un ponte anticiclonico attraversa il Regno Unito e si distende sin verso la Scandinavia, agevolando la discesa di aria più fredda sul suo bordo sud orientale, che da nord est si dirige verso sud ovest, attraversando l’Europa centrale sino alla Francia, prima di fare il suo imminente ingresso sulla nostra penisola.

Ne consegue un’azione ciclonica sul nord Italia, più strutturata in quota, accompagnato da un minimo più blando e “largo” al suolo, in grado con il suo nocciolo freddo di disturbare maggiormente il settore Alpino. Infatti, le correnti che ruotano intorno ad esso, andranno ad impattare sul settore occidentale Italiano (seppur per poche ore), ed il carico di aria più fredda regalerà la prima neve di stagione a quote basse per il periodo su ovest Piemonte nel pomeriggio/sera di Giovedì (Nella figura in alto l’ingresso dell’aria fredda alla quota di 850Hp nella giornata di Giovedì)

La nostra regione, in una situazione che vede una dinamica rapida e retrograda (da nord est a sud ovest appunto), rimarrà piuttosto ai margini, stante il riparo orografico offerto dal settore Alpino. Tuttavia, in tali circostante, ove un nocciolo così freddo inserito in un contesto autunnale che presenta ancora valori energetici (calore) elevati, regala contrasti intensi che sfuggono un po’ dalle classiche dinamiche atmosferiche. Pertanto, è presumibile che l’azione instabile si presenterà anche sul nostro territorio, seppur con una distribuzione sparsa e poco organizzata, ma, visti i contrasti in atto, anche sotto forma di manifestazioni temporalesche inserite in un contesto instabile, ma non perturbato, e, non da meno, la possibilità (non elevata ma neanche da escludere), di una prima imbiancata delle cime più alte liguri, là dove si verificheranno ovviamente eventuali fenomeni.

Lo sguardo successivo vedrà un ritorno dal vortice verso nord est, ripercorrendo parzialmente a ritroso la strada che l’ha visto arrivare, mentre sul mediterraneo si rafforzerà una corrente sud occidentale, indotta dal vasto vortice ciclonico che si andrà a posizionare sulla penisola Iberica, garante, vista l’estrazione umida atlantica, di una ripresa termica condita da una certa variabilità, prima che intervenga sul medio lungo termine un probabile aumento pressorio.