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TORNA LA STABILITÀ ATMOSFERICA. MA QUANTO DURERÀ?

L’inizio dell’estate meteorologica, perlomeno nei suoi primi 10 giorni di vita, non ha di certo tradito le attese. Rispetto ad un mese di Maggio che ha fatto segnare un leggero sottomedia termico per gran parte della regione (cosa assai rara in tempi di global warming), durante la prima decade di Giugno la colonnina di mercurio si è portata subito su valori tipici del periodo.

Grazie al rinforzo generale dell’alta pressione sul Mediterraneo occidentale, dovuto in gran parte alla graduale e fisiologica risalita verso nord della cella di Hadley, abbiamo potuto osservare già i primi tepori estivi. Dalla mappa mostrata in alto, che mostra le anomalie di altezza di geopotenziale rispetto alla quota isobarica di 500 hPa osservate nelle ultime 2 settimane, si evince come siano stati i paesi nord-europei ad aver raggiunto il picco in termini di anomalie, mentre i paesi dell’est Europa, viceversa, hanno vissuto un periodo maggiormente instabile. Il bel Paese, come si può notare, si è trovato ai margini di quell’anomalia negativa: ciò si è tradotto con l’inizio della stagione temporalesca anche sul nostro Appennino. A tratti anche i costieri si sono accorti di questa ritrovata instabilità appenninica, essenzialmente grazie ai flussi da nord protagonisti delle medie quote.

Cosa accadrà nei prossimi giorni?

Stiamo entrando in una nuova fase, decisamente più stabile della precedente: il getto in uscita dagli States correrà veloce alla latitudine del Regno Unito, mentre più a sud (più precisamente sul Portogallo) andrà ad isolarsi una goccia fredda, ovvero una saccatura in quota. Ciò permetterà la risalita del promontorio nord-africano in quota sul Mediterraneo, il quale caratterizzerà il tempo sull’Italia a partire da domenica, con un’ulteriore ritoccata verso l’alto delle temperature.

Tale scenario non dovrebbe, però, avere vita lunga: infatti, grazie ad un’ondulazione del getto che avverrà verosimilmente attorno a metà settimana prossima, potrebbe essere “rimessa in gioco” la suddetta goccia, che verrebbe quindi traslata verso levante. Attraverso anche la “collaborazione” di una saccatura di origine atlantica, la quale potrebbe spingersi maggiormente a latitudini inferiori, le regioni nord-occidentali tra le giornate di giovedì e sabato prossimo potrebbero assistere al primo vero break temporalesco (vedasi mappa qui in basso).

Se nelle zone interne e in pianura è molto facile prevedere temporali anche di forte intensità associati ad elevata attività elettrica e grandine (qualora tale tendenza dovesse essere confermata anche nei prossimi giorni), discorso assai più complesso merita la nostra fascia costiera: ad oggi la strato superficiale del tratto di mare prospiciente la nostra regione si aggira attorno a 21-22 gradi (più o meno in media climatologica) e nei prossimi 5-6 giorni è plausibile ipotizzare che possa guadagnare ancora almeno un altro grado. A quel punto sarà molto importante capire quando ci sarà il passaggio dell’aria più fredda in quota associata a quella saccatura: se il transito dovesse accadere di notte, o al primo mattino, con il mare in vantaggio termico rispetto alla pianura, non è da escludere anche un interessamento costiero dei temporali, in quanto potrebbe partorire le prime celle convettive della stagione; viceversa sarà meno probabile che lo stesso possa generare sistemi temporaleschi, a favore quindi delle zone interne e della Pianura Padana.

Ovviamente seguiteci nel corso della prossima settimana per avere maggiori dettagli a riguardo.