L’arretramento fisiologico – stagionale da parte delle fasce tropicali altopressorie, connotazione della stabilità estiva, è il primo segnale del cambio di stagione.
Si tratta di un elemento necessario ma non sufficiente a portare un cambiamento del tempo significativo sull’Europa centro meridionale e nel Mediterraneo. Occorre infatti anche il concorso della circolazione extra tropicale e l’avanzamento della corrente a getto dall’Atlantico verso i meridiani europei.
Ormai è divenuto consuetudine osservare difficoltà sempre più evidenti in questa dinamica di progressione da parte delle correnti umide oceaniche la cui mancanza ci lascia in eredità finali di stagione estiva che non sanno affatto di decadenza stagionale.
Le conseguenze sono piuttosto evidenti nella perdurante mancanza di precipitazioni anche nelle zone interne salvo fenomeni poco prevedibili a “macchia di leopardo”.
Il precoce raffreddamento dell’area continentale euro russa sotto i 65°N rappresenta un’ulteriore anomalìa, una conseguenza dell’assetto anomalo della distribuzione dei ghiacci artici che quest’estate ha penalizzato in modo particolare l’artico russo siberiano.
In tale contesto il getto umido rischia di venir marginalizzato in pieno oceano e il cambiamento del tempo nel comparto europeo avviene di conseguenza attraverso il contributo di 2 diversi attori: sull’Europa meridionale e occidentale attraverso la corrente ondulata dal Canada e dalla Groenlandia che si spinge, come sopra uno scivolo, verso l’Atlantico portoghese e si protende gradualmente verso il Mediterraneo centro occidentale. Sulla Mitteleuropa, sulla Europa orientale al confine con le pianure russe operano invece gli effetti di una corrente fredda anomala proveniente dalle alte latitudini.
Tra queste due masse opposte si inserisce un’area di alta pressione dall’Europa settentrionale protesa verso le latitudini artiche dell’Asia.
Tutte queste componenti operano indebolendo le fasce altopressorie estive grazie, come si è detto, anche al concorso dell’arretramento delle piogge monsoniche che abbassano il livello dell’influenza delle masse stabili di origine nord africana.
Il modello europeo ci mostra, per la giornata di venerdì, possibili apporti precipitativi maggiori di 10 mm nelle zone colorate con una percentuale di realizzo dell’evento differente in base alla cromografia e in prospettiva una possibile area di convergenza da parte del Mediterraneo tra l’aria umida in avanzamento da ovest e l’aria più fresca diretta verso il continente europeo.
Con queste premesse si dovrebbero porre basi meno fugaci per un cambio del tempo e un più deciso avanzamento della stagione autunnale.