L’estate si appresta a dare prova della propria forza anche sull’Europa occidentale e sul nord-Italia.
Ci siamo. Sembrava che quest’anno la stagione estiva volesse mantenere un profilo più moderato, privo di eccessi sulle regioni settentrionali, ma in realtà stava solo scaldando i motori, eccome se li stava scaldando.
Tutto muoverà da un forte allentamento della corrente a getto in uscita dagli States ed il contestuale affossamento sull’est Atlantico di una vasta e profonda figura di bassa pressione, che andrà, quindi, a sollecitare la risalita di ingenti masse di aria calda, di matrice sub-tropicale continentale, lungo il suo fianco orientale.
I centri di calcolo matematico non hanno dubbi: si tratterà di una delle avvezioni meridionali più poderose degli ultimi anni in area europea, capace di esprimere valori di altezza di geopotenziale davvero ragguardevoli, prossimi a 600 dam.
Per coloro che non avessero dimestichezza con tali termini chiariamo: il geopotenziale indica il lavoro necessario a vincere la forza di gravità e spostare una massa d’aria unitaria verso l’alto. L’altezza di geopotenziale, espressa in decamenti (dam), è una grandezza strettamente correlata al geopotenziale, in quanto ottenuta dal rapporto tra quest’ultimo e la forza di gravità media sul livello del mare. Per comprendere lo spostamento delle masse d’aria alle diverse quote, risulta fondamentale conoscere l’altezza di geopotenziale di superfici a pressione atmosferica costante (850 hPa, 700 hPa, 500 hPa), che sulle carte meteorologiche vengono rappresentate attraverso delle linee, dette isolinee o isoipse; il valore dell’altezza di geopotenziale ad un determinato valore di pressione corrisponde all’altitudine sul livello del mare a cui si registra tale valore barico. Quando, come nel nostro caso, ci vengono mostrate altezze di geopotenziale di 600 dam a 500 hPa, significa che per trovare un valore di pressione di 500 hPa occorre salire fino a 6000 metri di quota, il che è assolutamente notevole se si considera che per l’area geografica a cui ci si riferisce i dati climatologici disponibili parlano di altezze medie di oltre 20 dam più basse.
A farne le spese sarà tutto il settore ovest del Vecchio Continente, ma un occhio di riguardo andrà rivolto alla Francia, pronta a vivere una delle ondate di calore più intense degli ultimi 15/20 anni: qui, infatti, a metà della prossima settimana, giungerà il cuore pulsante di questo strutturato promontorio caldo, foriero di isoterme di +26/+28°C alla quota isobarica di 850 hPa (circa 1600 m. s.l.m.), che si tradurranno in valori al livello del suolo superiori a +40/+42°C.
Il nord-Italia e la Liguria non staranno a guardare: sebbene a livello modellistico non si possa ancora contare su una visione totalmente univoca circa l’effettiva direttrice che il promontorio assumerà, ciò che appare assai probabile è che i massimi di pressione andranno a porsi oltralpe. Siffatta situazione esporrebbe le regioni settentrionali all’azione compressiva, quindi, all’ulteriore surriscaldamento di una massa d’aria già di per sé molto calda (+20/+24°C a 850 hPa). Ciò si tradurrebbe in valori diffusamente superiori a +34/+36°C, con punte massime talora prossime a +40°C in Pianura Padana, in un contesto, tuttavia, generalmente poco umido (caldo di tipo torrido).
L’unica eccezione, in tal senso, potrà, talora, essere rappresentata proprio dalla ristretta fascia costiera della nostra regione, qualora i secchi venti settentrionali faticassero a forzare l’impedimento alpino-appenninico. Staremo a vedere.
Prima di concludere, alla luce di quanto fin qui esposto, teniamo ad esporre qualche breve osservazione. L’utilizzo comune che viene fatto della locuzione “maltempo” ci ha portati ad identificare nella pioggia, nei temporali, nella neve potenziali portatori di disagi o addirittura di pericolo, la qual cosa, pur con qualche riserva, può essere ritenuta giusta. Ciò che, invece, è profondamente sbagliato è l’associare la parola “beltempo” a situazioni di stabilità, di sole, di caldo, in maniera automatica. Quello che abbiamo cercato di descrivere in queste sedi reputiamo non sia un quadro di “beltempo”, ma, piuttosto, un quadro che debba indurre chi legge a prendere coscienza del fatto nei prossimi giorni una larga fetta della popolazione, bambini, anziani, persone affette da patologie respiratorie, cardiache e così via, correrà dei seri rischi.
Concludiamo, quindi, ricordando quelle che sono le basilari misure di autoprotezione da adottare in situazioni di “maltempo” di questo tipo: limitare il più possibile le attività all’aria aperta durante le ore più calde e nel caso non se ne possa fare a meno vestire leggeri, indossando cappelli protettivi e occhiali da sole; bere tanta acqua; evitare alcolici e consumare pasti leggeri, preferendo frutta e verdura.