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SONORO CEFFONE ALL’ESTATE, MA NON ALLA SICCITÀ

Prima di entrare nel merito di ciò che realmente è lecito attendersi nel corso delle prossime ore, urge tornare un attimo indietro nel tempo, allo scorso fine settimana: ricordate? una capsula depressionaria andava ad arenarsi in prossimità della penisola iberica, innescando l’ennesima contro-risposta calda sul Mediterraneo e sulla nostra penisola ove, alla quota di circa 1500 metri s.l.m., tornavano ad affacciarsi isoterme di +20/+24°C, rispondenti a valori agevolmente superiori a +32/+36°C al livello del suolo in molte aree, da nord a sud.

Perché questo breve preambolo? Perché la dinamica che ora andremo a descrivere e che avrà il merito di dare una prima, forte ridimensionata ad un’Estate a dir poco nefasta, sia dal punto di vista termico, che da quello idrico, prenderà piede proprio dalla capsula di cui sopra. Ebbene, riagganciata da un flusso principale dal ritrovato vigore, nelle prossime ore, essa muoverà di buona lena verso l’Europa centrale, nelle nuove e ben più maestose vesti di saccatura; tra la giornata di domani, Venerdì 31 Agosto, e quella di Sabato 1 Settembre, il parziale sprofondamento della medesima sul Mediterraneo andrà a scavare un profondo richiamo di aria “fredda” in quota direttamente dalle regioni artiche, congeniale sia ad una generale instabilizzazione del tempo, sia e soprattutto ad un poderoso calo delle temperature, che si porteranno addirittura su valori inferiori alla media del periodo, cosa, ormai, di raro accadimento.

Giova specificare fin da subito come non si tratterà ancora del classico fronte atlantico autunnale, democratico dispensatore di acqua, ma di un’oligarchica rottura estiva, quella che, i più attempati la ricorderanno, in passato soleva giungere attorno al periodo di Ferragosto, ad avvertire dell’inizio di un lento, ma inesorabile avanzamento stagionale.

Da un attento sguardo ai principali modelli fisico-matematici, sia su scala globale (GM), che su scala locale (LAM), tutto questo appare molto chiaramente: chi si aspettava il ritorno sulla Liguria di quelle lunghe giornate grigie ed uggiose, scandite dal solo crepitio della pioggia sul tetto di casa, verrà nuovamente deluso; si tratterà, piuttosto, di una fase estremamente dinamica, quella dinamicità tipica del respiro atlantico nel semestre caldo, fatta di nubi diffuse, pochi fenomeni, (e di prevalente appannaggio delle zone interne), ed estese occhiate soleggiate, specie sui settori occidentali.

Ciò nonostante, per completezza di informazione, riteniamo giusto segnalare quelle finestre temporali durante le quali non possono escludersi manifestazioni di instabilità un poco più organizzate, in grado, se non altro, di scaricare qualche millimetro in più: la prima si collocherà tra la prossima notte e la mattinata di domani, a cavallo tra il savonese di levante ed il genovese di ponente, ove l’orografia tenterà di assecondare uno spiccato wind shear, (cioè la variazione di velocità e direzione del vento con la quota) condito da discreti parametri di termo-convezione. La seconda finestra, invece, verrà ad inserirsi nella giornata di Sabato, segnatamente tra il pomeriggio e la sera, con il transito del nocciolo freddo legato alla saccatura e la conseguente formazione di una linea temporalesca sul Piemonte, in attenuato svalicamento sulla nostra regione.

Un cenno alle condizioni del mare che, contestualmente a quanto appena descritto, andranno peggiorando sensibilmente, fino a divenire proibitive, complice il graduale rinforzo delle correnti di Libeccio in risalita dal medio-basso Ligure. Grande attenzione, dunque, dovrà essere prestata dai gestori degli stabilimenti balneari tutti, in particolar modo lungo la riviera levantina, esposta in maniera più franca.

Tanto poderoso, quanto provvidenziale il calo delle temperature a cui andremo incontro, un vero e proprio shock termico, invero, utile a spazzare via definitivamente l’afa dai nostri lidi. Basti pensare che alla quota isobarica di 500 hpa (circa 5500 metri s.l.m.) si passera dagli attuali -8/-10°C ai -20/-22°C di Domenica mattina, uno scarto di oltre 10°C, coerentemente con le superfici troposferiche più basse (da +18/+20°C a +8/+10°C a 850 hpa, circa 1500 metri s.l.m.).

Insomma, lo sfiancante equilibrio che da mesi caratterizza il quadro barico europeo sta per rompersi: il cambio circolatorio che ci accingiamo a vivere non decreterà la fine dell’Estate, quanto, piuttosto, l’inizio della fine, il primo, fondamentale step nel lungo e complesso iter verso la stagione autunnale, statisticamente, la più piovosa per la nostra regione…..con la speranza che, quest’anno, la statistica possa trovare riscontro anche nei fatti.