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SPIRALE DISCENDENTE

La saccatura che ci interesserà in questi giorni, vista in copertina, è in discesa sull’Europa Occidentale e porterà i suoi effetti sulla Liguria già a partire dal pomeriggio odierno.

Si appresta ad essere una seconda metà di maggio piuttosto movimentata: i modelli (chi più, chi meno) vedono prevalere una situazione prevalentemente instabile almeno fino alla fine del mese accompagnata da temperature in media, restituendoci quindi una dinamicità tipica del periodo primaverile che tanto era mancata negli ultimi anni quando, nello stesso periodo, spesso ci si trovava già a fare i conti con imponenti anticicloni che impedivano l’avanzamento di perturbazioni atlantiche verso i nostri lidi.

Sarà necessario quindi, per il momento, lasciare in soffitta gli ombrelloni, in favore dei “noiosi” e più cupi ombrelli… ma non demordete, difficilmente l’estate mancherà il consueto appuntamento annuale!

🌒 La notte trascorsa e il giorno che verrà ⛅

Nottata primaverile dal punto di vista delle temperature, con tutte le stazioni ampiamente sopra lo zero termico e con valori minimi che vanno da +4.3°C a +17.7°C.

Nel dettaglio vediamo le località più fredde alle ore 06:

  • Rifugio La Terza (IM, 2065m slm): +4.3°C
  • Parazzuolo di Rezzoaglio (GE, 825m slm): +5.1°C
  • Rezzoaglio Basso (GE, 700m slm): +5.6°C

…e quelle più calde della nostra rete:

  • Sestri Levante – San Bernardo (GE): +16.8°C
  • Ventimiglia (IM): +16.8°C
  • Genova Castelletto (GE): +17.7°C

I capoluoghi di provincia hanno registrato valori tra +14/+16°C ad Imperia, +11/+13°C a Savona, +13/+18°C a Genova ed infine +15/+16°C a La Spezia.

Nel corso della giornata, gli ultimi sprazzi di sole lasceranno il posto a nubi più compatte e diffuse in arrivo da ovest, con le prime deboli piogge previste sul ponente della regione; sarà possibile anche qualche breve rovescio di natura convettiva in zona Aveto/Trebbia, al confine con l’Emilia Romagna e lì in rapido spostamento. Segue un ulteriore peggioramento delle condizioni meteo atteso tra la tarda serata e la giornata di domani.

Per maggiori dettagli e per rimanere aggiornati sull’evoluzione dei prossimi giorni, vi invitiamo a consultare il nostro BOLLETTINO METEO.

Buongiorno, Liguria!

Lo sapevi che…

Nei giorni scorsi, una tempesta magnetica di classe G5 (la più severa) proveniente dal Sole ha investito il campo magnetico terrestre. Il risultato è stato la comparsa di un evento estremamente raro: l’aurora boreale ben visibile a latitudini inferiori al 45° parallelo. O meglio, sarebbe un misto di aurora boreale e SAR (“Stable Auroral Red Arc“), un fenomeno di scoperta relativamente recente (anni ’50-’60) che si forma in altissima quota (300-600km) per opera di particelle cariche “intrappolate” dalle Fasce di Van Allen: emette sempre nel campo del rosso (da qui il termine “Red Arc”, e ne vedremo i motivi qui di seguito). Nonostante il nome riporti all'”Aurora”, il processo di formazione è differente rispetto al primo: oggi, per non dilungarci, ci limiteremo a citarli.

Tornando a noi, se ciò che abbiamo visto nella notte tra il 10 e l’11 maggio nei cieli del Centro-Nord Italia erano davvero aurore boreali, perché erano di colore rosso e non verde, come quelle che si vedono alle alte latitudini, per esempio nei paesi Scandinavi? La risposta la troviamo nella quota a cui sviluppano le stesse aurore.

L’aurora boreale è un fenomeno che si forma nello strato dell’atmosfera che prende il nome di ionosfera, che si estende tra i 60 e i 500 km circa di quota: sono qui presenti (seppur piuttosto rarefatti) gas come ossigeno molecolare (O2), azoto (N) e ossigeno atomico (O), che possono essere ionizzati dal Sole: la formazione dell’aurora è causata da onde ad alta energia (venti solari) che eccitano gli atomi fornendogli energia, che verrà poi rilasciata sotto forma di luce visibile, di un colore caratteristico per ogni elemento.

Com’è possibile, però, che si siano viste fino qui? E perché erano di colore rosso?
Generalmente le tipiche aurore boreali (quelle verdi fotografate da Islanda, Norvegia, Lapponia…, per intenderci) si formano nella bassa ionosfera, e sono quindi visibili a relativa breve distanza a causa dell’orizzonte terrestre; le aurore viste in questo caso, invece, si sono sviluppate a quote molto più alte del solito, rendendole visibili da una distanza notevolmente maggiore, anche grazie alla forte intensità dell’evento.

La causa del colore rosso, invece, è da ritrovare nella natura del gas ionizzato: mentre solitamente il tipico colore verde è dato dalla ionizzazione dell’ossigeno molecolare, che si trova nella parte più bassa della ionosfera (e in minore parte dall’azoto, che emette nel campo del blu), ciò che abbiamo potuto ammirare noi è stata l’emissione da parte dell’ossigeno atomico, che infatti si ritrova maggiormente negli strati superiori della ionosfera ed emette luce nel campo del rosso.