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Una difficile lettura

I “ribaltoni” modellistici rappresentano situazioni che, generalmente a partire dal medio-lungo termine (oltre le 120 ore dall’emissione della corsa), sono difficili da prevedere.
Il rischio di modifiche sostanziali tra un’emissione e l’altra dipende sovente, da elementi più “freschi” di inizializzazione della corsa porta a valutare impatti che fanno la differenza, in primis sul percorso della corrente a getto.
In concreto, riferendoci alle proiezioni della circolazione prospettate nei prossimi 8/10 giorni dai vari modelli, è del tutto evidente che l’enorme quantità di calore che si è insediata nell’area europea e nel Mediterraneo renda molto difficile una corretta valutazione della componente zonale nella traiettoria della corrente a getto che dall’Atlantico punta verso le coste del vecchio continente al di sotto dei 50°N.
In queste circostanze bastano poche centinaia di chilometri infatti per trasformare una previsione di break stagionale in una bollente risalita di masse d’aria dal nord Africa.
Se compariamo infatti l’emissione della corsa 00 del 09 agosto con quella del 10 agosto, questa differenza è del tutto visibile e la differenza in un’azzardata previsione a tale distanza servita sul piatto.

Analisi di previsione della corrente a getto del 10 agosto nella corsa 00 da confrontare con l’analisi del 9 agosto nell’immagine di copertina

Quale potrebbe quindi essere l’atteggiamento del previsore o dell’analista prudente di fronte agli elementi oggi in gioco?
Intanto aiuta non poco una visione storica di massima del panorama circolatorio a lungo periodo nella quale si evidenzia, ormai da molto tempo, la difficoltà da parte della corrente a getto subtropicale di scorrere dall’Atlantico verso le coste dell’Europa meridionale.

Si tratta del jet stream subtropicale ovvero di quell’intensa corrente d’alta quota che da ovest con i suoi forti venti, teneva a bada gli eccessi di calore provenienti dal nord Africa, limitandone l’estensione e la durata.
Da qui ne discende un accumulo anomalo di calore di cui i modelli devono tenere conto nel momento in cui ipotizzano l’irruzione di una corrente polare dal nord Atlantico verso l’Europa occidentale e poi in direzione dell’Europa centro meridionale.
Tanto più è maggiore è l’ondulazione della corrente a getto (quindi minore la sua tensione) e quindi ondulato il percorso di spostamento di una depressione, maggiori saranno i tempi di evoluzione di un cambiamento dello stato del tempo ove insiste un’area di alta pressione soprattutto se alimentata da aria molto calda.
Condizioni estreme possono causare infatti non solo il rallentamento della struttura depressionaria ma anche la sua stazionarietà nel momento in cui le correnti portanti di quota non riescano più ad allungarsi erodendo terreno all’aria calda.
Ecco quindi che, in presenza di situazioni estreme che, sempre più soventemente in estate, influenzano le medie latitudini europee e l’area mediterranea, occorra l’esperienza del buon previsore nel pesare con molta prudenza proiezioni a lunga gittata che possano venir vanificate in poco tempo e magari poi venir riproposte in modo diverso (evolutivamente più lente o con una componente maggiormente meridiana ovvero con moto da sud verso nord).