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22 DICEMBRE 2009, GENOVA COME FROZEN

Il 22 dicembre si esaurisce definitivamente una delle ondate di freddo e di gelo più imponenti che si siano mai verificate nel periodo pre-natalizio su buona parte della penisola italiana.

L’aria di estrazione siberiana che aveva fatto crollare i termometri di tutta Europa affonda anche nel cuore del Mediterraneo, creando scompiglio e nevicate sparse, anche in Liguria, dove la neve riesce a raggiungere la costa anche laddove non è proprio di casa.

Il 15 dicembre l’andamento termico in Europa comincia la sua inesorabile discesa verso il basso e la Pianura Padana, come un vero e proprio catino, inizia a raffreddarsi progressivamente, complice anche il rasserenamento notturno che agevola la dispersione di calore e il mantenimento nei bassi strati dell’aria fredda di estrazione russo-siberiana.

Anche in Liguria l’aria fredda comincia a sortire i suoi effetti, e la mattina del 16 a Genova Sestri viene registrata una temperatura di -0.5°C, mentre nelle vallate interne e soprattutto in montagna si comincia a scendere abbondantemente sotto lo zero.

La notte tra il 16 e il 17 dicembre la prima neve, in realtà non molto abbondante, cade tra le province di Genova e Savona, ma è solo l’antipasto di quello che accadrà da lì a poco, quando la possente discesa siberiana ingloberà tutto il nord Italia “regalando” temperature minime d’altri tempi e, soprattutto, da altre latitudini.

Lerici
Lerici

Il 18 la neve cade nuovamente tra le province di Savona e Genova, questa volta più abbondante, per poi interessare, durante la notte, il golfo di La Spezia che si risveglia con un insolito mantello bianco.

La mattina del 19 L’Europa, l’Italia e la Liguria sono nel freezer, la perturbazione in transito da ovest verso levante e che ha dispensato importanti nevicate anche in Toscana lascia spazio ad un cielo sereno che amplifica l’irraggiamento notturno e fa crollare i termometri che raggiungeranno valori incredibili: 0°C nella mite Sanremo, tra -1 e -3°C nel capoluogo genovese, -1.6°C a Chiavari, -1 a La Spezia, -4.7 a Busalla, -8.7 a Calizzano e quasi -13 a Rocca d’Aveto.

Torino scende sino a -9 e a Milano Malpensa si toccano oltre -14°C, mentre a Trieste (-3°C la temperatura massima di quel giorno) soffia imperterrita la Bora e la Pianura Padana fa il pieno di aria fredda siberiana.


Domenica 20 dicembre è il giorno più freddo di tutta l’ondata, si toccano infatti -10,3°C ad Udine, -12,2°C raggiunti a Pontremoli (MS), ma si toccano -22,8°C ad Asiago, -28,9°C a Marcesina, -21,5°C a Trepalle, -11,6°C a Modena Ovest, -14°C a Verona e -13°C a Torino Caselle. (fonte meteogiornale.it)

In Liguria i termometri della Rete Limet registrano temperature più consone alla Foresta Nera germanica o alle interminabili steppe russe che alle caratteristiche mediterranee della nostra regione: -17 gradi la minima registrata a Calizzano e -16.1 a Bardineto.

A Rocca d’Aveto il termometro si è fermato a -14.7°C mentre sul Beigua e a Busalla si sono accontentati “si fa per dire” di -10.9°.

Freddo gelido anche in Val di Vara dove le stazioni hanno registrato temperature tra -9.5 e -10.7 gradi.

Ma è lungo le riviere che il freddo si fa sentire nonostante l’influenza del mare, nel Tigullio, ad esempio si oscilla tra i -0.4 di Rapallo e gli 0° tondi di Chiavari, mentre a ponente spiccano gli oltre 3 gradi sottozero di Verzi di Loano e Albenga. Per quanto riguarda Genova, come al solito, dobbiamo aprire un capitolo a parte, vista la particolare orografia variegata che ne caratteristica il suo territorio: -1.1 a San Fruttuoso, -0.1 nella ventosa Oregina, -1.6 a Marassi mentre i quartieri più collinari e lontani dal mare registrano temperature quasi montane, come i -4.3 di Quezzi, -5.2 di Molassana e -7.6 di Struppa.

Ma i modelli matematici sono unanimi, e per il giorno successivo e gran parte del 22 è previsto il transito di un fronte perturbato dalle caratteristiche completamente diverse da quelle che lo avevano preceduto. Un fronte profondo, intenso e accompagnato da aria piuttosto mite e molto umida che avrebbe scalzato in poco tempo l’eccezionale ondata di freddo che aveva caratterizzato quelle giornate.

La mattina del 21 dicembre l’aria fredda resiste nel catino padano (-12°C a Bologna) e nelle vallate più protette dell’Appennino ligure (-10 a Calizzano) mentre la stazione dell’università di Genova in Albaro, alle 8 del mattino, registra una temperatura positiva di ben 8 gradi contro i -2.7° alla stessa ora del giorno precedente.

E’ il tanto atteso e temuto vento di libeccio, che annuncia l’imminente cambiamento e che agita e movimenta le discussioni degli appassionati che aspettano la storica nevicata pre-natalizia.

Nel corso della giornata la passione si scontra con una realtà che sembra perfida e glaciale come tutto quell’incredibile periodo, la perturbazione è intensa e il suo richiamo di correnti meridionali si fa vigoroso. In quota, la piana di Rezzoaglio, indice importante per comprendere l’entità in quota del richiamo umido sciroccale, passa dai -22°C del giorno precedente ai +2 della mattina del 21 dicembre.

Ma è tra la sera e le prime ore della notte che ci si rende definitivamente conto di ciò che sarebbe accaduto durante la notte. Il fronte avanza con tutto il suo carico di aria mite e umida, la pressione scende e tra Genova e Savona si attiva la Tramontana Scura, e l’aria gelida che aveva resistito sino ad allora in Pianura Padana, tracima letteralmente attraverso i valichi appenninici alle spalle di Savona e Genova verso la costa.

Al suolo Genova e Savona si comportano allo stesso modo, e la sera, sotto l’incalzare delle prime precipitazioni, scendono ben presto sotto zero. Mentre la Tramontana infuria sulle due città, in quota Genova subisce un riscaldamento notevole e nonostante in città si raggiunga la temperatura ragguardevole di -2°C la precipitazione è solo, esclusivamente e drammaticamente liquida.


Savona imbianca, nevica anche in Lombardia, Milano compresa, mentre a Genova e a Bologna piove rispettivamente con -2 e -7 gradi.

E’ l’inizio di un incubo che prosegue tutta la notte e si materializza la mattina seguente. E mentre a Savona fanno festa, Genova si risveglia completamente ricoperta da un’unica e immensa distesa di ghiaccio e il verdetto è inesorabile: è GELICIDIO,  fa più caldo in quota che al suolo e la pioggia ha glassato ogni cosa.

Dalle 8 del mattino, fortunatamente, la temperatura, pur restando bassa, comincia la sua lenta ma inesorabile risalita anche al suolo. Pioverà, e neppure poco, sino alle prime ore della mattina di Natale, e non solo a Genova e in Liguria, tanto che in alta Toscana, proprio il giorno di Natale, esonda addirittura il Serchio, in più punti. Ma questa è un’altra storia…