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DA UNA PRIMAVERA INQUIETA AD UN’ESTATE…INCERTA

Lo sconquasso atmosferico che, a cavallo tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, portò quella straordinaria retrogressione fredda sull’Europa, evidentemente, ha lasciato il segno.

La strada per una primavera tanto tormentata quanto simile a quelle a lungo agognate dai più “attempati”, fu tracciata in quei giorni. Quell’enorme ammasso di aria gelida, di fatto, resettò un set-up che ormai andava protraendosi da troppo tempo e ne impresse uno nuovo, fondato su anomalie termo-bariche del segno opposto, il segno negativo.

Fu così che l’alta delle Azzorre, una presenza “ingombrante”, fino a quel momento, all’interno del panorama sinottico-europeo, cominciò a guardare ad altri lidi, non più la penisola iberica, non più il Mediterraneo occidentale, bensì il nord-Europa.

Sull’onda della mancanza di una figura stabilizzante, nel corso delle ultime settimane, sul mare nostrum è andata instaurandosi una sorta di zona grigia, un limbo barico, in equilibrio tra una circolazione blandamente anticiclonica e l’azione di fresche correnti orientali, perfette per dare un pizzico di inquietudine all’atmosfera. Sole, nubi, piogge, temporali si sono, quindi, suddivisi il palcoscenico, a volte sgomitando, a volta cedendosi il testimone in maniera quasi armoniosa.

Il tutto inserito in un contesto termico mai sopra le righe, se si eccettuano un paio di episodi, il primo a metà del mese di Aprile, ad opera di una bolla calda, alimentata da aria sub-tropicale oceanica, isolatasi nel cuore del Continente; il secondo la settimana scorsa, in ragione di una modesta elevazione dell’anticiclone africano (alimentato, questa volta, da aria sub-tropicale continentale) verso le latitudini mediterranee.

Ma giunti alla vigilia della partenza dell’estate meteorologica, quelle anomalie di segno negativo di cui parlavamo all’inizio sono ancora lì, semmai più forti di quanto già non lo fossero.

Ancorchè questo non consenta agli addetti ai lavori di tracciare una linea di tendenza verosimile, quantomeno per la prima metà del mese di giugno, un indizio lo fornisce: non vi saranno scossoni, non sarà un inizio di stagione sovrapponibile a quello degli ultimi anni, quando la canicola era già ben radicata ai nostri lidi; più probabile una fase di mite variabilità, scandita da velleità instabili forse meno accentuate, ma comunque votata ad un certo dinamismo.

Oltre non è dato di spingerci.