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ESTATE 2018: TRA CERTEZZE ED INCERTEZZE, IL PUNTO SUL BREVE-MEDIO TERMINE

Nelle ultime ore, un’area di bassa pressione proveniente dalla Germania ha fatto da sfondo ad una brusca instabilizzazione delle condizioni meteorologiche sul nord-Italia e, in modo particolare, sulla nostra regione ove, complice la preesistenza di un sub-strato caldo, hanno avuto luogo numerosi fenomeni temporaleschi, anche particolarmente veementi, forieri di cumulate pluviometriche significative.

Oggi, mentre quell’area di bassa pressione si allontana, ormai infiacchita, verso l’Europa orientale, notiamo un’altra pedina farsi strada all’interno dello scacchiere sinottico, una modesta saccatura atlantica, pronta ad arenasi col suo carico di aria fresca poco ad ovest del Portogallo.

Sarà proprio questo che stimolerà l’alta africana a rialzare la testa verso il bacino del Mediterraneo e la penisola italica nel corso del fine settimana, questo il trigger per una nuova (breve) fase marcatamente estiva sulla Liguria che, pur in un contesto dominato all’azione delle brezze meridionali (nota fonte di refrigerio nelle lunghe giornate assolate del corrente periodo), si troverà a fare i conti con un apprezzabile aumento delle temperature, non tanto lungo la linea di costa ove, comunque, il disagio fisiologico sarà maggiore, a causa degli elevati tassi di umidità relativa, quanto, invece, nelle zone interne, specie nei fondovalle del versante padano; qui, durante le ore centrali, la colonnina di mercurio non faticherà a varcare la soglia di +30°C.

A motivo di ciò rinveniamo una superficie marina ormai quasi totalmente depauperata del sul prezioso bagaglio di frescura, giunta ad esprimere valori di circa +25/26°C, definibili “esuberanti” anche nella terza decade di agosto/prima decade di settembre (finestra dell’anno in cui la superficie del mar Ligure, reduce del semestre caldo, raggiunge le temperature più elevate). La causa dietro tali numeri è da ricercarsi, prevalentemente, nel pattern circolatorio che ha caratterizzato gli ultimi mesi sull’Europa centro-occidentale, funestata da una corrente a getto in forma come non si vedeva da anni, e per questo, esclusa da quegli sconquassi atmosferici tipici dell’interscambio barico per vie meridiane, tra i cui effetti, a volte, si inseriscono gli eventi delle mareggiate, un naturale meccanismo di rimescolamento delle acque superficiali, ergo, di regolazione del gradiente termico marino.

Tornando all’evoluzione prevista per i giorni a venire: come già accennato, nonostante tutto, quella anzi descritta sarà una fase meteorologica destinata ad interrompersi in tempi piuttosto brevi. I principali centri di calcolo, infatti, da qualche giorno, vanno paventando l’ipotesi di un ulteriore rinforzo delle velocità zonali in uscita dagli States, per l’inizio della prossima settimana. In sede mediterranea, ciò andrebbe a tradursi in un subitaneo ridimensionamento delle fasce sub-tropicali, quindi in un fisiologico abbassamento del fronte delle umide masse d’aria atlantica, che, quindi, tornerebbero a scorrazzare anche al di sotto del 50° parallelo, con tutte le conseguenze del caso: piogge, temporali e (neanche a farlo a posta) mareggiate; il tutto condito da un deciso calo delle temperature, dapprima in montagna, poi via via anche nei fondovalle, sulle pianure e lungo le coste.

Vedremo in quale misura tali proiezioni troveranno realizzazione nella realtà fattuale e in che modo potrà rispondere una stagione giunta ormai a metà del suo percorso.