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“LA PORTA DELL’INFERNO” SI SPALANCA SEMPRE DI PIÙ…

La Siberia è una delle regioni del nostro pianeta dove le conseguenze dei cambiamenti climatici in atto si manifestano con più veemenza.
Ora, molti di voi sapranno dell’esistenza del cratere di Batagaika, un enorme voragine termocarsica (la più grande del suo genere), larga circa 800 metri e profonda fino a 100 metri, situata vicino al bacino del fiume Yana, a circa 660 chilometri a nord-est della città di Yakutsk. Le sue origini risalgono agli anni ’60, quando l’abbattimento di una parte di una foresta espose al sole il permafrost ivi presente, che surriscaldandosi collassò in una frana che da allora non ha mai smesso di muoversi e i cui inquietanti rumori hanno spinto gli abitanti del posto a chiamare il cratere ”La Porta dell’Inferno”.
Ebbene, negli ultimi anni, l’aumento delle temperature, unitamente agli incendi e al fenomeno della deforestazione hanno contribuito a destabilizzare ulteriormente quest’area, mettendo in allarme gli esperti. Essi spiegano come per le continue frane il cratere stia divenendo sempre più largo (fino a 20-30 metri all’anno) e profondo, facendo riemergere carcasse di animali e di foreste antiche rimasti nascoste per migliaia di anni.
Quello degli incendi rappresenta un vero e proprio dramma per questa regione, dove ormai da anni è in atto un perverso ciclo distruttivo. Nelle ultime tre estati le fiamme hanno divorato milioni di ettari in tutta la Siberia, coprendo la terra di fuliggine scura e carbone, elementi che assorbono il calore e accelerano lo scioglimento del permafrost.