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CLIMA: 155 PAESI PRONTI ALLA RATIFICA DELL’ACCORDO DI PARIGI

Il 22 aprile a New York è prevista la cerimonia dell’ONU per la ratifica dell’accordo sul clima di Parigi. Da molti Stati solo un impegno parziale

(Rinnovabili.it) – Mancano 4 giorni alla ratifica in pompa magna dell’accordo sul clima. L’evento, organizzato dall’ONU, avrà luogo il 22 aprile nel palazzo di vetro di New York. La carta resterà aperta alla ratifica per un anno a partire da allora: non tutti i 196 membri della Convenzione quadro sui cambiamenti climatici (UNFCCC) che hanno partecipato alla COP 21, infatti, si sono impegnati nel processo di ratifica. Per ora sono 155. Trattandosi di un accordo “in forma solenne”, il patto sul clima richiede un procedimento in tre fasi:

– la negoziazione, che termina con la firma dei plenipotenziari e implica l’adozione del progetto di trattato (passaggio concluso il 12 dicembre con la COP 21)

– la ratifica, tramite cui le parti manifestano la volontà di obbligarsi in base al trattato

– il deposito degli strumenti di ratifica, con cui ogni contraente rende noto agli altri il proprio benestare.

La lista delle Parti che hanno manifestato pubblicamente la volontà di aderire il 22 aprile, dunque, è stata divisa così:

(*) Membri che hanno indicato la loro intenzione di firmare l’accordo di Parigi alla cerimonia. Queste informazioni sono soggette a cambiamenti: la lista definitiva sarà resa pubblica solo dopo l’evento.

(**) Membri che hanno indicato la loro intenzione a siglare l’accordo e depositare i loro strumenti di ratifica alla cerimonia del 22 aprile 2016. Queste informazioni sono soggette a modifiche: per l’elenco definitivo bisognerà attendere la conclusione dell’evento.

Nessun asterisco: è stata ricevuta solo una conferma formale.

Come si nota dall’elenco sottostante, solo pochissimi Paesi – Barbados, Belize, Fiji, Maldive, Nauru e Samoa – hanno intenzione di completare l’iter con la consegna degli strumenti di ratifica già il 22 aprile. L’Unione europea per ora ha dato solo conferma formale, al pari di una manciata di Paesi poveri e della Grecia. L’Italia ha comunicato l’intenzione di ratificare, ma non ha fornito gli strumenti.

Fonte: rinnovabili.it