Beh, ce ne abbiamo messo di tempo, ma finalmente la vera rottura stagionale, quella estiva intendiamo, è ormai una certezza.
I primi segnali precursori li abbiamo visti già nei giorni scorsi, caratterizzati da venti intensi un po’ su tutto il nord Italia e fenomeni violenti su tutta la penisola, come l’impressionante grandinata occorsa la sera di lunedì 21 Ottobre su una parte della capitale.
L’anticiclone delle Azzorre, per diversi giorni, ha sbarrato la porta atlantica, impedendo di fatto il consueto ingresso delle perturbazioni atlantiche.
Nei prossimi giorni sarà costretto a ritirarsi a nord ovest, per lasciare il passo alla prima grande perturbazione atlantica di stampo autunnale, incardinata al Vortice Polare ed associata ad una saccatura molto ampia in affondo sul bacino occidentale del Mediterraneo.
In questi casi la discesa di aria relativamente più fredda atlantica, oltre a portare con sè aria umida e instabile, determina un generoso e conseguente richiamo di aria più mite e temperata dalle coste nord africane.
L’aria calda che scorre sopra il mare si arricchisce di umidità lungo strati medio-bassi della troposfera, ed il vettore che si crea, ovvero lo scirocco, funge da nastro trasportatore, ammassando questo complesso verso i rilievi appenninici ed alpini.
Un altro fattore importante da considerare, che potrebbe giocare un ruolo chiave nell’inasprimento dei fenomeni, è la temperature superficiale del Mare Nostrum (SST).
A causa delle giornate consecutive con temperature diurne superiori alla media del periodo durante le ultime settimane, che non hanno consentito l’abbassamento del termoclino (perlomeno di quello più superficiale) , si registra, infatti, un’anomalia positiva
sulla maggior parte dei bacini.
Ecco quindi che i tre attori sono pronti a recitare la loro parte: aria fresca atlantica, aria mite/temperata e mare più caldo del normale. Ingredienti che se legati fra loro con la sinottica che i modelli globali cominciano a delineare sui nostri territori – come ad esempio la convergenza statica (tra un possente richiamo sciroccale e l’aria più fredda e secca in uscita dalle valli genovesi e savonesi ) prevista per domenica 28 Ottobre – possono dare vita a fenomeni particolarmente intensi e persistenti assimilabili, ma non è detto con le stesse conseguenze, a quelli di natura stazionaria che hanno colpito diverse aree del mediterraneo centro-meridionale nell’ultimo mese.
Sapere al momento quello che accadrà con precisione durante il prossimo fine settimana e nei giorni a venire è azzardato, oltre che privo di fondamento scientifico, tuttavia un importante cambio circolatorio si sta mettendo in moto, e questo, specie in questo periodo dell’anno così delicato, deve bastare a far drizzare le antenne agli addetti ai lavori, alla comunità di meteo-appassionati, ma soprattutto alla popolazione di una regione così fragile dal punto di vista idro-geologico