L’inverno sino ad ora ha mostrato solo il suo lato più stabile e mite senza mai presentare irruzioni di aria fredda in grado di portare la neve sui rilievi liguri e di gran parte dell’appennino, che infatti, lamentano la totale assenza della dama bianca, con impossibilità, da parte delle strutture sciistiche, di poter aprire gli impianti.
La causa di tutto ciò è da imputare alla presenza di un vortice polare molto compatto, che non permette all’aria fredda di scendere oltre il circolo polare artico. Un vortice polare chiuso determina infatti l’instaurazione di forti anticicloni alle medio basse latitudini, con tempo mite e soleggiato se si eccettuano la formazione di nebbie o nubi basse causate da fattori locali.
A questa situazione prettamente troposferica (strato atmosferico che si estende dal suolo fino a 18km all’equatore e fino a 10km sui poli) si aggiunge una stratosfera gelida (strato atmosferico posto sopra la troposfera) che nient’altro fa che incrementare ulteriormente la compattezza del vortice polare troposferico. Proprio nei prossimi giorni in stratosfera si raggiungeranno valori record di temperatura e geopotenziali e verrà conclamato l’Ese cold (extreme stratospheric event di tipo cold) che determinerà un ulteriore approfondimento della struttura polare e un possibile precondizionamento (vortice polare chiuso) di 45-60 giorni (secondo gli studi effettuati da Baldwin e Dunkerton).
Se la dinamica descritta dovesse seguire la letteratura in toto si potrebbe già conclamare la fine dell’inverno ma la meteorologia è bella anche perchè spesso e volentieri risulta imprevedibile e tende a sfuggire alle regole “imposte” dall’essere umano. Nel lungo termine infatti i principali modelli matematici mostrano una troposfera reattiva.
Cosa significa?
In pratica la troposfera proverà a controbattere al volere della stratosfera non permettendo il precondizionamento ma anzi ribaltando la situazione e generando un evento stratosferico estremo opposto, cioè di tipo warm, con tutte le conseguenze del caso. Se un evento stratosferico cold porta ad un vortice polare molto compatto, un evento di tipo warm, al contrario, porta allo smembramento del vortice polare, con lobi gelidi a spasso per le medie latitudini.
Si tratta di carte a lungo termine quindi tutte da confermare ma molti sono i segnali di una troposfera “combattiva” che non si lascerà assoggettare molto facilmente. I primi cambiamenti significativi si potrebbero vedere a partire dalla terza decade di gennaio, con l’inverno che proverà a fare la voce grossa durante il mese di febbraio
Sarà d’obbligo seguire gli aggiornamenti giorno per giorno.