Buon giorno. Un denso strato di nubi basse (la classica Maccaja) ha invaso diversi settori della costa ligure questa mattina. Queste nubi, innocue dal punto di vista precipitativo, sono il segnale del richiamo umido indotto dal lieve calo pressorio atteso nelle prossime ore sul nord Italia.
Oltre alla Maccaja, sui cieli della Liguria (e non solo) sono presenti altre nubi, allungate ed ubicate a quote più elevate (attorno a 4000 metri). Sono gli altocumuli castellani (si chiamano così perchè la loro forma ricorda i merli di un castello). Si vedono molto bene dalla webcam del monte Bue (prima e seconda foto) e sono indice di instabilità atmosferica alle quote superiori.
La base piatta indica il limite di uno strato di inversione, ovvero un settore aereo dove la temperatura tende a salire invece di scendere all’aumentare della quota. Al di sopra di questo strato la temperatura diminuisce in maniera brusca; la massa d’aria più calda proveniente dal basso tende quindi ad incunearsi nello strato freddo soprastante in quanto più leggera. Qui si trova ad avere densità minore rispetto all’aria fredda che la circonda e di conseguenza tenderà a salire ulteriormente, dando luogo alle nubi allungate presenti nella foto (gli altocumuli castellani).
Gli altocumuli castellani si formano in genere al mattino, quando il suolo non è ancora riscaldato dal sole. Nell’arco della giornata, il riscaldamento solare mette in moto le termiche dal basso che condensano ad una certa quota producendo i cumuli. Se la spinta sottostante è sufficientemente forte da rompere l’inversione alla quota dei castellani, il cumulo stesso (testimonianza della risalita di aria calda dal basso) si verrà a trovare in un ambiente molto freddo. Ciò determina la sua rapida salita e l’evoluzione successiva in cumulonembo temporalesco con un meccanismo quasi esplosivo.