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SPETTRI NEL WEEK-END. COSA SUCCEDERÀ?

Particolare apprensione accompagna queste ore di analisi meteo, per l’avvicinarsi di una cruda fase di maltempo sull’Europa meridio-occidentale.

Ennesimo risveglio grigio quello di stamani sulla nostra regione, ove i cieli si presentano per lo più coperti, in compagnia di deboli fenomeni piovosi in lenta risalita da sud-ovest. Quasi ovunque decimali le cumulate, ad eccezione solo dei 5.8 mm a Marina di San Lorenzo (IM), dei 6.0 mm di Chiavari e di Buto, piccola frazione del comune di Varese Ligure, e dei 6.3 mm di Caniparola, nel comune di Fosdinovo (MS). Lievemente più fresco il riscontro termico rispetto ai giorni scorsi, stanti valori compresi grossomodo tra i +9 e i +11°C lungo la linea di costa, tra i +4 e i +8°C nell’interno, con punte minime negative solo sulla cima delle più alte vette appenniniche, -0.8°C ai 1785 m del monte Bue, e -0.7°C ai 1585 m della sottostante località Prato della Cipolla, nel comune di Santo Stefano d’Aveto (GE).

Tutto, in attesa di un modesto impulso perturbato proveniente dall’Oceano Atlantico, che oggi transiterà sull’alto Adriatico, recando un rapido deterioramento delle condizioni meteorologiche sulle regioni centro-settentrionali della Penisola; la Liguria verrà interessata solo marginalmente da detta dinamica: stante la dominanza di correnti sud-occidentali lungo la colonna d’aria infatti, le precipitazioni rimarranno per buona parte confinate sui settori medio-orientali e orientali, ove si presenteranno per lo più sotto forma di pioviggine, o sgocciolio, fino a carattere di debole o moderato piovasco nelle zone interne. Altrove il tempo si manterrà asciutto, e anzi, già entro le prime ore pomeridiane le schiarite si faranno via via più importanti sul ponente, per estendersi poi gradualmente al genovesato, e in serata anche allo spezzino.

Ma gli occhi, da ormai più giorni, sono tutti puntati al severo guasto meteorologico atteso nel fine settimana: l’irruzione sul tiepido bacino del Mediterraneo di un’estesa massa d’aria di estrazione polare-oceanica, cagionerà la genesi e l’approfondimento di un profondo vortice di bassa pressione in prossimità della catena pirenaica nella giornata di Sabato, in graduale e successivo sprofondamento verso l’arcipelago delle Baleari e il basso Tirreno in quella di Domenica, contestualmente alla celere risalita di un secondo occhio “satellite” (depressione “ad occhiale”) dalle regioni libico-tunisine fin verso la terra di Sardegna.

Al momento, è senza dubbio la giornata di Sabato a creare il maggior numero di grattacapo allo staff previsionale, se non altro per le oggettive difficoltà che impronte sinottiche di questo tipo impongono sul piano previsionale; seppur in un momento dell’anno obiettivamente poco propenso all’instaurazione di pericolosi conflitti eolici in seno al Golfo Ligure, non nascondiamo come la convivenza di particolari ingredienti endogeni e non, tra i quali una superficie marina eccezionalmente mite per il periodo, specchio della abnorme anomalia termo-barica radicatasi sui comparti in questione in mesi e mesi di dominio altopressorio, un pescaggio umido-sciroccale apprezzabilmente profondo (si parla addirittura degli stati dell’Africa settentrionale), un strutturata ansa anticiclonica a prevalente carattere orografico in pianura padana, a suggerire una coriacea ingerenza settentrionale (Tramontana scura) lungo i bassi strati atmosferici, e la presenza di discreti valori di pressione sul Mediterraneo orientale, potenziale parziale impedimento alla fisiologica evoluzione verso est dell’impalcatura depressionaria, faccia tornare alla mente alcuni gravi momenti vissuti pochi mesi addietro.

Un elemento che, almeno sui settori centro-occidentali, potrebbe in qualche modo remare contro la degenerazione verso situazioni di stress idro-geologico, è il quadro termico: la stagnazione e la conservazione di una capsula di aria fredda in corrispondenza del “cul de sac” cuneese garantirebbe la dominanza di precipitazioni solide fino a fondovalle sui bacini padani (val Bormida, valle dell’Erro, val d’Orba, valle Stura, valle Scrivia), fino a 500/700 metri di quota su quelli marittimi, compresi tra il savonese e il genovesato occidentale. Ciò permetterebbe una sensibile deflazione dei quantitativi pluviometrici riversabili sui principali alvei fluviali. Più critica, sotto questo punto di vista, la situazione sul levante regionale, ove il mite flusso meridionale non consentirebbe la formazione del fiocco al di sotto degli 800/1000 metri di altitudine, neppure sui versanti settentrionali dell’Appennino.

Insomma, di carne al fuoco ce n’è tanta,troppa, e di certezze, ahinoi, troppo poche; nonostante l’impianto sinottico generale sia stato individuato, per i  suddetti motivi, le variabili previsionali a livello locale rimangono molte. Vi suggeriamo quindi di continuare a seguirci con particolare attenzione: nelle prossime ore usciremo con nuovi focus dedicati, ove tenteremo, alla luce delle susseguenti corse modellistiche, di entrare maggiormente nel dettaglio.

Nel frattempo, non ci resta che augurarvi un buongiorno.