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MACCAJA SOTTO L’ALBERO: LA TRADIZIONE VERRÀ RISPETTATA

Dicembre. Ultimo mese dell’anno, mese del Natale e primo mese invernale. O almeno sulla carta: da qualche anno pare intenda seguire quasi sempre lo stesso canovaccio: primi 10 giorni dove persiste una certa dinamicità, generalmente ereditata della seconda parte di novembre, con a tratti temperature in media oppure anche sotto, mentre nei restanti 20 giorni tornano a prevalere le correnti zonali, ovvero quelle in movimento da ovest verso est. Ad ovest è presente l’oceano, generalmente foriero di fronti perturbati e precipitazioni. Quest’anno l’andazzo è stato seguito egregiamente, con una sola variante: il flusso da ovest, la zonalità, quel canale lungo le quali si muovono le perturbazioni, ha sì contraddistinto la seconda decade (e probabilmente pure la terza), ma ha agito a latitudini ben più alte rispetto alla media, e ciò è ben visibile dall’immagine messa in allegato in alto. Nonostante, come detto, la prima settimana di dicembre sia stata abbastanza fruttuosa in termini di precipitazioni, si nota come il flusso atlantico sia passato ben al di sopra delle Alpi. Ad acuire tale situazione ci hanno pensato, poi, particolari dinamiche atmosferiche, anche molto lontane dalla nostra posizione: per farla breve, un “gioco” di coppie di forze di pressione generatosi in Asia, e in particolare nella zona della catena montuosa dell’Himalaya, ha dato nuova e potente linfa alla corrente a getto in uscita dall’Asia orientale, estendendosi dapprima sul Pacifico e successivamente anche in uscita dagli States fino all’Atlantico, gettando, quindi, le basi per un forte ricompattamento del Vortice Polare.

Come già detto prima, nemmeno nei prossimi giorni ci aspettiamo variazioni sul tema, almeno fino al giorno di Santo Stefano: zonalità alta e anticiclone atlantico a proteggere il Mediterraneo. Ciò nonostante, nei bassi strati si faranno spazio blandi flussi meridionali che, al contatto con la superficie marina fredda, determineranno un progressivo aumento della nuvolosità di tipo basso (l’ormai nota e tradizionale maccaja natalizia) proprio durante le festività natalizie.

Dopodichè, quindi a partire dal 28-29, ci aspettiamo un progressivo calo di latitudine del getto polare con conseguente interessamento anche del Nord Italia, ivi compresa la nostra regione, con il ritorno delle precipitazioni proprio a cavallo degli ultimi giorni del 2023 / primi giorni del 2024, come si può vedere anche dalla mappa qui in basso. Vien da sè che se tale tendenza dovesse essere confermata nei prossimi giorni, tornerebbe quantomeno la neve in montagna. Per il freddo, quello vero, dovremo attendere quasi sicuramente il mese di Gennaio, quando dovrebbe tornare di moda anche l’argomento stratosfera. Al momento molti indizi lasciano pensare ad un mese quantomeno più dinamico di quello che stiamo vivendo, forse già a partire dalla prima decade, grazie anche ad un progressivo indebolimento della corrente a getto e ad un ritorno di dinamiche bariche più consone al periodo invernale. Torneremo ovviamente su quest’argomento prossimamente.