Cerchiamo brevemente di capire cos’ha mosso una delle più grandi tempeste di Libeccio che si siano mai abbattute sulle coste liguri nel corso degli decenni.
Cominciamo col chiarire il perché della tempesta.
La chiave di lettura risiede, ovviamente, nella sinottica. Tutto muove da quella profonda depressione “ad occhiale” centrata sul Regno Unito, le cui spire, come potete vedere, abbracciano anche il bacino del Mediterraneo. Dette spire sono identificabili attraverso le isobare, linee (bianche) ideali che sulle carte meteorologiche uniscono i punti con uguale pressione atmosferica al livello del mare. Ora, noi sappiamo che il vento si genera attraverso la differenza di pressione tra due determinate aree geografiche, muovendo i propri vettori dall’area di pressione maggiore, a quella di pressione minore; se noi osserviamo la carta qui riportata, notiamo come l’Italia sia solcata da numerose isobare (tutte facenti capo, ricordiamolo, alla profonda depressione localizzata sulla Gran Bretagna), poste parallelamente tra di loro e anche in maniera piuttosto ravvicinata; ma se, come abbiamo detto, ogni isobara unisce i punti con uguale pressione atmosferica, allora il quadro in questione ci suggerisce una grande differenza di pressione sul comparto in oggetto. Ecco il perché di venti di tempesta sulla nostra regione.
Passiamo al perché del Libeccio.
Lo sappiamo, lo abbiamo appena detto, che il vento muove i propri vettori da un’area di pressione maggiore, ad una di pressione minore; sappiamo anche però, che attorno alle alte pressioni i venti muovono in senso orario, mentre attorno alle basse pressioni i venti muovono in senso antiorario. Se noi torniamo ad osservare la nostra carta sinottica, notiamo come le isobare solcanti il Tirreno si dispongano su un asse di direttrice sud-ovest/nord-est. Udite udite! Il manuale del buon meteorologo ci suggerisce che detta direttrice sia indicativa, grossomodo, del moto dei venti in quella determinata area geografica. Ecco perchè il Libeccio.