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IL POSSIBILE SCENARIO DI FINE APRILE

Negli ultimi 30 giorni la situazione generale su scala europea, ma in particolare su quella nazionale non ha subito particolari scossoni. Come si può notare facilmente dall’immagine in alto, che rappresenta l’anomalia di altezza di geopotenziale rispetto alla media climatologica (1981-2010) osservata appunto nell’ultimo mese, l’Europa centro-settentrionale, e in misura leggermente minore l’Italia, hanno vissuto un periodo piuttosto lungo caratterizzato dalla presenza di alta pressione (i massimi di anomalia di geopotenziali si sono posizionati tra Regno Unito e Germania). D’altro canto, l’unica zona dove si riscontrano anomalie negative, e pertanto dove si sono susseguiti molteplici aree di bassa pressione, è quella compresa tra Portogallo e Marocco. Lì infatti è presente ormai da tempo una “falla barica”, ovvero un’area che è oggetto di parecchie gocce fredde, che fungono da calamita nei confronti di cadute del getto polare.

I principali modelli fisico-matematici, al netto di tutte le difficoltà che stanno affrontando a causa della mancanza di quella mole di dati ottenuti attraverso il traffico aereo, che per ormai note ragioni si è largamente ridotto, ci propongono una possibile variazione sul tema: l’accorpamento delle masse d’aria gelide del vortice polare, previsto per il prossimo fine settimana, determinerà un rinforzo della corrente a getto in uscita dagli States. Ciò potrebbe comportare un cambiamento del pattern a cui siamo ormai abituati, ovvero sia potremmo andare incontro, a partire dall’inizio della prossima settimana, ad un genere di tempo basato più sulla zonalità, e quindi maggiormente variabile, contraddistinto da passaggi frontali e seguito da brevi rimonte dell’alta pressione. Un tipo di tempo, quindi, che potrebbe regalarci qualche mm di pioggia in più rispetto a quelli che sono caduti negli ultimi 40-50 giorni. L’immagine qui sotto fa riferimento alla notte tra martedì e mercoledì prossimi, quando cioè potremmo avere il primo passaggio piovoso degno di nota. Certamente questa è da ritenersi solamente una linea di tendenza, che dovrà necessariamente essere confermata in futuro. In ogni caso, se nei prossimi giorni il sole farà spesso capolino, già a partire dal prossimo weekend dovrebbe tornare a farci visita la maccaja, primo segnale del potenziale cambiamento del tempo.

Al momento siamo in leggero deficit idrico, tuttavia i nostri invasi sono in buone condizioni, ma vien da sè che se la mancanza di pioggia dovesse continuare anche nel mese di maggio, e considerando che siamo ormai prossimi all’estate, stagione di solito avara di precipitazioni per la nostra regione, le cose non si metterebbero proprio bene, e potremmo avere maggiori problemi  a livello idrico.

Dando uno sguardo, invece, a ciò che sta accadendo in stratosfera, al momento non abbiamo variazioni significative rispetto a prima. Il final warming che ogni anno si materializza, molto spesso in aprile, e che sancisce la sostituzione del vortice polare con l’anticiclone polare, al momento sembra essere lontano, e quindi, molto probabilmente verrà osservato nel mese di maggio, rendendolo quindi uno dei più tardivi della storia recente.