Il mare è un aspetto importante della meteorologia. Esso può smorzare o aumentare la fenomenologia e si comporta un pò come l’atmosfera.
Tra i tanti fattori e le svariate correnti ne spiccano due particolarmente importanti che producono i movimenti del mare. Esse vengono chiamate correnti di deriva e correnti termoline.
Il vento che soffia su uno strato di mare produce un movimento dello stesso, visibile quando siamo posti su una riva e vediamo che il “liquido” si muove. Ciò che non si vede è quello che succede sotto: infatti, il movimento viene trasmesso anche agli strati inferiori della superficie del mare che, a causa dell’attrito interno, si smorza rapidamente di intensità in maniera più o meno esponenziale.
Questo tipo di corrente viene denominata corrente di deriva, e tra gli altri fattori è dipendente della durata e della forza del vento. Grazie alla forza di Corolis, questa corrente non segue la direzione del vento, ma viene deviata verso destra (nell’emisfero nord – a sinistra in quello sud), di un angolo variabile che assume massima estremità negli oceani (45°).
Questo angolo che si potrebbe misurare sulla superficie si trasmette, come già detto, anche agli strati inferiori, aumentando però con la profondità ma diminuendo la forza per attrito. Alla profondità variabile di qualche centinaia di metri troveremmo così una corrente opposta alla direzione del vento e di forza minima (spirale di Ekman in figura).
In sostanza, possiamo riassumere dicendo che, le correnti marine superficiali causate dal vento hanno un angolo diverso rispetto la direzione di questo (massimo 45°), ed a loro volta hanno delle controcorrenti negli strati inferiori della superficie del mare che raggiungono intensità e forza opposta a qualche centinaia di metri di profondità.
Oltre a questa, esistono altri tipi di correnti, una delle quali è chiamata termolina: come è noto la densità dell’acqua di mare dipende da diversi fattori, come salinità, pressione e temperatura. Se ad ogni profondità e alla superficie del mare, si uniscono punti di uguale densità si ottengono le isopicne, che mettono in evidenza i punti di maggior e minor densità. Dato che la superficie liquida si abbassa nella zona più densa si crea un flusso che porta acqua di bassa densità a quelle di alte densità (analogamente come succede al vento tra alte e basse pressioni). Per la forza di Corolis (grande forza fisica che detta i tempi di correnti marine e terrestri), la corrente viene deviata verso destra (sempre nell’emisfero nord, mentre a sinistra in quello sud) dando luogo a circolazioni cicloniche o anticicloniche. A Gibilterra la corrente termolina diviene un esempio pratico (in figura). L’acqua del mediterraneo è più salata, e di conseguenza più densa, di quella del vicino atlantico, così che sprofonda in profondità sullo stretto e và ad inserirsi in Atlantico, mentre quest’ultima, meno salata e quindi meno densa, penetra nel Mediterraneo passando sopra a quella opposta, creando di fatto la circolazione del nostro mare.