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L’INVERNO ANCORA NON “DECOLLA”

La fotografia maggiormente rappresentativa dell’inverno fin qui avutosi, non solo nell’area mediterranea, ma in tutta Europa, la potete trovare qui in alto. Essa è una mappa relativa all’anomalia di altezza di geopotenziale rispetto alla quota isobarica di 500 hPa, un buon metodo per capire per sommi capi com’è andata la faccenda negli ultimi 30 giorni: ebbene, è facilmente intuibile come su tutta l’Europa, in particolar modo su quella centro-occidentale, abbiano agito diverse figure di alta pressione che hanno inevitabilmente contribuito ad un inverno (fin qui) sopra-media a livello termico e sotto-media a livello precipitativo. Anche l’Italia non è da meno, e a subire maggiormente questi effetti è stata proprio l’area nord-occidentale della Penisola, Liguria compresa.

Nei prossimi giorni, a causa di un netto rinforzo del vortice polare, assisteremo ad un’ulteriore avanzata dell’Anticiclone delle Azzorre che andrà gradualmente a distendersi lungo i paralleli inglobando nuovamente gran parte dell’Europa centro-occidentale, Italia compresa, a partire grossomodo da metà settimana prossima. Solo le estreme regioni meridionali potrebbero rimanere “scoperte” per più tempo ed essere maggiormente interessate da flussi freddi di provenienza orientale. Al nord-ovest si assisterà a giornate prevalentemente soleggiate, anche se nelle prime ore del mattino e alla sera farà piuttosto freddo, in particolare nella prima metà della settimana, quando gran parte della nostra Penisola sarà ancora soggetta ad una circolazione di aria fredda proveniente dai Balcani.

Dando un rapido sguardo sul lungo termine, non scorgiamo ancora alcun segnale di cambiamento radicale: probabile quindi che anche la settimana successiva, quella che inizia da lunedì 17 gennaio, sia contraddistinta dalla stessa figura barica che ha caratterizzato gran parte delle nostre giornate “invernali”, ovvero l’alta pressione, almeno nella sua prima parte. Ciò è dovuto essenzialmente alla possibile disposizione dei centri di vorticità su scala emisferica: il vortice polare potrebbe assumere un assetto caratterizzato da 2 “lobi”, ovvero centri di bassa pressione: uno, minoritario, in area canadese-groenlandese, e l’altro, il più grande, tra Scandinavia e Russia europea, come potete vedere anche dall’immagine qui in basso, relativa proprio a lunedì 17, che mostra la media degli scenari alla quota isobarica di 500 hPa secondo il modello europeo ECMWF.

Pertanto avremo a che fare con un inverno che ancora non decolla, proprio come da titolo. Vedremo se durante la terza decade gli scenari saranno destinati a cambiare oppure no. Vi terremo aggiornati.