Skip to content Skip to sidebar Skip to footer

SETTIMANA DOMINATA DALL’ANTICICLONE ATLANTICO

Dopo i due passaggi perturbati dal sapore tipicamente invernale, che hanno portato la neve a bassissima quota finalmente anche sulla nostra Liguria (ricordiamo tutti la neve caduta sulla costa del Genovese il 23 Gennaio scorso), era altamente preventivabile un ritorno a condizioni zonali, dovuto al rinforzo a tutte le quote del vortice polare, e quindi anche a quello della corrente a getto in uscita dagli States.

In questo contesto vanno in scena principalmente due figure bariche nello scacchiere europeo, come è ben visibile dall’immagine allegata: l’alta pressione atlantica, che tende ad estendersi sui paralleli abbracciando tutta la Penisola Iberica e quasi interamente l’area del Mediterraneo, e la semi-permanente d’Islanda (e suoi derivati), tornata ad essere molto attiva proprio in questi giorni. Le conseguenze relative a questo scenario sono sempre le stesse: condizioni di tempo pressoché soleggiato in Italia, in particolar modo al Settentrione, e depressioni atlantiche che tornano ad interessare le zone poste a nord delle Alpi. Tale schema barico, tra l’altro, è stato anche amplificato da una particolare persistenza di aree di alta pressione localizzate sul nord-ovest degli Stati Uniti: infatti, molto spesso accade che l’HP addossata sulla West Coast degli USA induca vorticità esasperate nel nord Atlantico e un fisiologico aumento dell’altezza di geopotenziale (e della pressione atmosferica) sul bacino del Mediterraneo occidentale, con l’aria fredda che rimane a migliaia di chilometri di distanza da noi a nord-est.

Piccola variazione sul tema prevista per l’inizio della settimana prossima quando un’ondulazione della corrente a getto in uscita dagli States permetterà all’anticiclone atlantico di ergersi temporaneamente sui meridiani, sufficientemente a far scorrere aria di origine artico-marittima attraverso la Valle del Rodano permettendo un possibile sviluppo di una bassa pressione sul Ligure: la neve, pertanto, potrebbe tornare a cadere quanto meno sul nostro Appennino.

In attesa di avere conferme su tale tendenza, sarà poi importante scoprire se questa sarà solo una fase “apripista” ad altre ondulazioni del getto sempre più marcate nella seconda metà di Febbraio, o se sarà semplicemente un altro fuoco di paglia.