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CANALE ARTICO APERTO: ATTESA NEVE A BASSA QUOTA

Complice la straordinaria elevazione dell’alta oceanica verso i lidi islando-groelandesi, la penisola italiana si trova a vivere, come mai negli ultimi anni, un crudo anticipo di inverno.

Da giorni, ripetuti impulsi di matrice artico-marittima vanno scivolando lungo il dorso orientale del mastodontico promontorio sub-tropicale, per gettarsi, infine, sul tiepido bacino del Mediterraneo ove, di tutta risposta, trovano ragione di approfondirsi localizzati sistemi depressionari, forieri di spiccate condizioni di instabilità, con piogge e nevicate, anche in pianura.

In terra ligure, come su tutto il nord-ovest, solamente sfiorata dalle truppe precipitative, il tempo si è mantenuto asciutto, in un contesto, tuttavia, tutt’altro che tiepido, per le ragioni anzi esposte.

Ma le cose stanno per cambiare.

Il sole odierno sarà un mero intermezzo: nella prossima notte, l’affondo di un nuovo nocciolo di aria gelida (fino a -8°C alla quota isobarica di 850 hpa, circa 1350 m. s.l.m.) attraverso la nota “porta” del Rodano innescherà la genesi di un minimo ciclonico sui quadranti orientali del mar Ligure, capace di veicolare fenomeni deboli/moderati sul genovese e sullo spezzino.

Stante l’entità della massa d’aria in gioco, le meteore manterranno carattere solido fino a quote decisamente basse, arrivando, localmente, a sfiorare la linea costiera, laddove il rovesciamento lo consentisse. Ad ogni buon conto, lo ribadiamo, si tratterà di fenomeni piuttosto disorganizzati, in prevalenza di debole o moderata intensità.

Una pausa tra le ore tardo-pomeridiane e le ore serali di domani precederà il secondo step di tale dinamica, che andrà ad impegnare l’intera giornata di Sabato.

Sebbene le proiezioni probabilistiche dei più performanti centri di calcolo non risultino ancora del tutto sovrapponibili, i capricci della circolazione antioraria di cui sopra, farebbero propendere per un’evoluzione maggiormente fruttuosa per i versanti padani, specie per i contrafforti trebbio-avetani, da una parte, la val Bormida e lo spartiacque alpino tra imperiese e cuneese, dall’altra, ove gli accumuli nivometrici, a fine evento, potranno superare, localmente, il mezzo metro.

E se vi sono pochi dubbi sul regime sottoventico che, contestualmente, vigerà lungo le riviere centro-orientali, ancora incerti rimangono i risvolti per le balconate marittime medio-occidentali. Con particolare riguardo al savonesese, non si esclude che i fiocchi possano osare spingersi fin sul livello mare.

A prescindere dal fatto di vedere o meno le nostre spiagge imbiancate, ciò che davvero rileva è senz’ombra di dubbio la ritrovata dinamicità atmosferica in sede mediterranea, in un periodo, quello del passaggio del testimone alla stagione invernale, in cui, mai quanto negli ultimi anni, a prevalere è quasi sempre stata una certa stasi, dettata dall’ingombrante presenza dell’anticiclone oceanico.