Se ricordate, ci eravamo lasciati lo scorso mese di novembre con un articolo didattico sulla stratosfera
( https://www.centrometeoligure.com/che-inverno-avremo-chiediamolo-alla-stratosfera/ ) quasi come se fosse un presagio.
Oggi torneremo a parlarne ma non più in maniera teorica ma proprio all’interno di un contesto circolatorio nel quale ci appresteremo a breve ad entrare.
Infatti tra circa 6 giorni un forte riscaldamento stratosferico polare aprirà la strada ad un evento estremo (ESE – Extreme Stratosphere Event – di tipo warm) che porterà alla divisione del cuore del vortice polare in due lobi (Major Midwinter Warming di tipo split) uno a ridosso della costa orientale degli Stati Uniti e l’altro sul Nord Europa.
In letteratura questi eventi vengono definiti “downward” ovvero in grado di propagare la propria influenza verso i piani inferiori dell’atmosfera (quindi dalla stratosfera alla troposfera) e sono visibili dopo alcuni giorni con un forte aumento della temperatura sul polo e un netto calo delle velocità zonali che fanno capo alla corrente a getto polare.
In termini generali le conseguenze si traducono in una deriva delle gelide masse artiche verso le latitudini medie e, laddove vadano a transitare ed ad interagire con le masse d’aria più miti, in severi episodi di carattere invernale in un contesto di tempo anche perturbato.
Questi eventi sono spesso collegati ad un forte raffreddamento del continente euroasiatico e ad un intenso riscaldamento anche dell’Atlantico settentrionale, dell’Islanda e della Groenlandia.
Si collegano inoltre soventi situazioni di blocco nei confronti delle miti correnti occidentali.
Queste ultime infatti, a causa dell’indebolimento della corrente a getto polare, sono costrette dapprima a transitare verso latitudini oceaniche insolitamente basse fino a 25/35°N e a riproporsi da ovest portando a situazioni di interazione tra le masse molto fredde provenienti dal continente europeo e quelle più miti ed umide di ritorno dalle medio basse latitudini oceaniche.
Sono potenzialmente le situazioni a cui ci si riferisce per descrivere alcuni degli episodi più freddi e nevosi che nel passato hanno coinvolto anche la nostra Penisola.
Ad oggi non siamo certamente in grado di delineare i contorni di questa dinamica soprattutto a tale distanza temporale e in merito ad un territorio di piccole dimensioni come il nostro.
A maggior ragione questa incertezza non può essere risolta relativamente alla nostra Regione.
Si può invece dire certamente che in termini di probabilità aumentano considerevolmente le chances di avere un mese di gennaio dai connotati rigidamente invernali anche e non solo sulla nostra Penisola.
Un “antipasto” di freddo dovrebbe arrivare in prossimità dell’Epifania ma in un contesto complessivamente asciutto per la nostra Regione.
Il “dopo” sarà da valutare e seguire con estrema attenzione.