Si prepara una complessa fase di marcato maltempo per il nord-Italia e per la Liguria.
La causa è da ricercarsi in una vasta saccatura ricolma di aria fredda, di matrice polare-artica, che proprio in questi istanti sta muovendosi di gran carriera verso le Isole Britanniche. Tra circa 48 ore questa si arenerà sul Golfo di Biscaglia, dove darà vita ad un profondo minimo depressionario (fino a 975 hPa), capace di richiamare un intenso flusso di correnti meridionali sub-tropicali lungo il mar Tirreno.
Non si tratterà della classica dinamica “di blocco” circolatorio che ha fatto da sfondo ai più noti eventi alluvionali in terra di Liguria; tuttavia, complice la grande quantità di calore presente sul Mediterraneo (reduce dell’estate), l’avanzata verso est della saccatura non sarà immediata, circostanza che esporrà la nostra regione ad una insidiosa fase pre-frontale.
Fase pre-frontale che si aprirà nelle prime ore di venerdì, quando l’atmosfera, via via più pregna di energia termo-convettiva potenziale, metterà mano alla costruzione di sistemi temporaleschi di tipo cd. “autorigenerante”, più probabili sul settore centro-orientale, capaci di porre fin da subito in condizioni di stress idro-geologico i bacini idrografici minori.
Tra il pomeriggio e la sera di venerdì, l’avvicinamento del fronte determinerà un inasprimento dei venti meridionali, che raggiungeranno intensità di burrasca (70/8o km/h), se non addirittura di tempesta/fortunale (90/110 km/h) sul Golfo e sui crinali e valichi montuosi esposti. Questo, oltre a determinare un marcato deterioramento delle condizioni del mare – con onda fino a 4/5 metri – sarà motivo di una temporanea concentrazione della fenomenologia maggiore nelle aree interne, compresi i contrafforti alpini e prealpini imperiesi, che in questa fase diverranno delle autentiche fucine di rovesci intensi e persistenti.
L’arrivo dell’asse della saccatura, atteso per la tarda serata/notte su sabato 3 ottobre, non sarà indolore: esso prenderà le sembianze di una estesa linea temporalesca (in gergo squall-line) che, nel suo progressivo transito da ovest verso est, tornerà a porre sotto pressione aree già reduci da numerose ore di pioggia, quindi terreni con una ridotta capacità di drenaggio. Il rischio, quindi, che un ulteriore carico pluviometrico, in questa fase, possa gettare in profonda crisi taluni bacini fluviali, attraverso un’impennata dei livelli idrometrici e la conseguente esondazione di rivi e torrenti, è tutt’altro che improbabile.
Coerenti con la nostra mission di sensibilizzazione al rischio idro-geologico, cogliamo l’occasione per raccomandare ai nostri lettori il massimo grado di attenzione, evitando bravate o gesti dettati da manie di protagonismo, e seguire le principali norme di auto-protezione: limitare gli spostamenti allo stretto necessario durante le ore più concitate; preferire zone sopraelevate; tenersi lontani da sottopassi e dai greti dei corsi d’acqua; non sostare sotto versanti in evidente stato di fragilità e notoriamente soggetti a movimenti franosi.
Il Vice-Presidente Vittorio Scrivo
Il Presidente Daniele Laiosa