L’affondo dalle caratteristiche invernali non ha dato una svolta decisa all’andamento circolatorio, tuttavia si assiste ad un ridimensionamento anticiclonico, ed alcune proiezioni risultano interessanti per scardinare la sua radice sui settori occidentali Europei.
L’ultimo periodo è stato sicuramente movimentato rispetto al lungo periodo precedente. La sferzata di aria artica che ha impattato sulla penisola ha dispensato un po’ di precipitazioni (anche se insufficienti per far rientrare la siccità costruita nei mesi scorsi), ed ha portato un buon primo innevamento sui rilievi, in particolare sulle Alpi Marittime.
Sul piano barico, mentre la depressione abbandona la penisola, l’aria fredda viene sostituita da aria più mite, stante il nuovo rinforzo anticiclonico ad ovest del continente. Figura altopressoria che seppur meno intensa risulta sempre presente, anche se leggermente defilata ad ovest, con una certa tendenza a salire di latitudine, creando di conseguenza una forte ondulazione.
Tale situazione consentirà dapprima un miglioramento generale sulla penisola, ma con successiva esposizione ad una discesa fredda che sfrutterà la spalla offerta dell’alta pressione, lasciando “scoperto” il canale orientale.
Una tipica situazione meridiana quindi, con un’onda che vedrà da una parte l’alta pressione (ad ovest), e dall’altra un affondo depressionario ad est, con la nostra penisola in parte protetta dalla figura stabilizzante, ed in parte esposta alle infiltrazioni fresche destinate comunque principalmente ai settori orientali Europei.
Situazione che ci porterà ad un bivio per il lungo periodo. La fase successiva infatti potrebbe portare ad un attacco depressionario più strutturato da ovest, con l’anticiclone che potrebbe esser scalzato dal rinforzo del getto in Atlantico. Da una parte si andrebbe a rafforzare l’alta pressione termica groelandese, mentre il ramo subtropicale indebolito si abbasserebbe spostandosi verso est, colmando parzialmente il freddo sui settori orientali.
Si andrebbe così a creare una vasta area ciclonica sull’ovest Atlantico, che cercherà di approcciare il continente da ovest sfruttando il varco aperto, stante un’alta pressione ormai incapace di recuperare il territorio perduto. Certo, l’andamento andrebbe verso masse d’aria più miti di quelle fresche attuali, ma anche più umide, e si tornerebbe a parlare di piogge di stampo autunnale (vedere l’immagine ad inizio articolo).
Bisognerà capire dalle prossime corse modellistiche se questa tesi (piuttosto logica a dire il vero), prenda effettivamente piede e quali saranno le conseguenze. Non bisogna tuttavia sottovalutare la forza anticiclonica, anche se la sua famosa resistenza, un po’ indebolita dagli ultimi movimenti circolatori, non sembra aver la meglio ad un “doppio attacco” di questo tipo (prima da est poi da ovest), sempre che tale approccio circolatorio si concretizzi come indicato dalle emissioni modellistiche di questo periodo, su cui si basa il nostro articolo.