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L’ESTATE CHE NON FA PAURA

Molto spesso (anzi, nella stragrande maggioranza dei casi) un peggioramento delle condizioni meteo viene associato al passaggio di una perturbazione, in grado di dispensare precipitazioni su una o più zone. E, in fin dei conti, non c’è nulla di male se le cose stanno così: non a caso, in ambito meteo, siamo cresciuti con la consapevolezza che il bel tempo è indicativo di cielo per lo più sereno, che permette lo svolgimento naturale di attività all’aperto, mentre il brutto tempo è quello che costringe a stare in casa in certi casi, o che comunque influenza in maniera negativa la nostra vita. Tutto ciò viene sicuramente amplificato durante l’estate, che per antonomasia è la stagione dove si concentrano maggiormente le attività ludiche o ricreative dell’uomo.

Ci sono, però, alcuni casi in cui si può tranquillamente parlare di cattivo tempo anche in condizioni di tempo stabile e soleggiato: ne abbiamo avuto chiaramente prova durante l’estate scorsa (e più in generale nel 2017), con il fenomeno della siccità che ha attanagliato la nostra regione, e non solo, e ha creato di certo non pochi problemi, in primis all’agricoltura.

Quest’anno la sensazione è che le cose vadano in maniera diversa, e per una volta la sensazione è ben supportata dai dati meteo-climatici. Infatti, come si può vedere dall’immagine allegata, relativa ai primi 15 giorni del mese di Giugno dell’anno in corso, che mostra le anomalie di altezze di geopotenziale alla superficie isobarica di 500 hPa (cioè a circa 5500m),  fortemente indicativa della disposizione delle masse d’aria su larga scala, possiamo notare come sull’Italia, in particolare al centro-nord, il periodo sia trascorso perfettamente in linea con la climatologia, e che addirittura al sud si siano registrati valori inferiori rispetto alla media del periodo di riferimento che va dal 1981 al 2010. In sostanza ciò significa che il pattern che si è instaurato nei primi 15 giorni estivi corrisponde esattamente con quello che mediamente abbiamo osservato negli anni ’80, ’90 e primo decennio del terzo millennio. Valori, invece, decisamente superiori rispetto alla norma, sono stati riscontrati in aperto Oceano Atlantico e sull’Europa nord-orientale, dove anche le temperature al suolo hanno subito questo trend verso l’alto.

La situazione attuale, sinotticamente parlando, vede oramai da qualche giorno la presenza su tutto il Mediterraneo occidentale dell’Anticiclone atlantico, meglio conosciuto come Anticiclone delle Azzorre, in grado di distendersi sui paralleli, come raramente abbiamo osservato le estati scorse.

Al momento le elaborazioni modellistiche per i prossimi giorni non mostrano stravolgimenti consistenti del suddetto scenario. Certamente il getto polare riprenderà a scorrere a latitudini superiori rispetto a quanto è avvenuto negli ultimi 30 giorni in virtù del fatto che le fasce sub-tropicali assumeranno fisiologicamente maggior vigore con l’avanzare della stagione. Ma se tale trend dovesse proseguire grossomodo anche durante il mese di Luglio, la nostra penisola vivrebbe una delle prime parti di estate più “normale” degli ultimi anni, dominata principalmente dalla figura anticiclonica più nota soprattutto ai meno giovani (l’Anticiclone delle Azzorre), ma che di tanto in tanto vivrebbe anche di possibili episodi maggiormente di stampo nord-atlantico, caratterizzati quindi da una discreta piovosità, che, in ogni caso, interesserebbe più probabilmente le aree interne della nostra regione. Insomma, una prima fase estiva calda, con temperature tipiche di questa stagione, ma senza particolari e duraturi eccessi.