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Primi blocchi circolatori?

Si sta ormai instaurando un andamento circolatorio che sfrutta la via meridiana (nord /sud) piuttosto che la via zonale (ovest/est). Tale situazione vede prediligere affondi depressionari sull’ovest del continente (in particolare verso la penisola Iberica), con relativa alimentazione di aria fredda, mentre sulla sponda ad est della stessa (mediterraneo centro orientale), tende a rispondere un flusso di aria più calda di estrazione Africana. Proprio come quando poniamo un peso su una bilancia, se da una parte un piatto scende (la depressione, e l’aria fredda), sull’altro lato il piatto tende a salire (aria più calda) , per mantenere un equilibrio termico / barico di cui necessità l’emisfero.

Il getto che trasporta le figure bariche va quindi ondulandosi sempre di più, e come la corda di un arco, tirandosi troppo tende a spezzarsi, isolando le depressioni (in questo caso, sempre ad ovest del continente), che senza il nastro trasportatore non possono più avanzare decise verso est, ma tendono ad isolarsi oppure a “trascinarsi” solo lentamente ed ormai indebolite verso oriente. Questa situazione porta con se generale maltempo sui medesimi territori (Penisola Iberica ed a tratti la Francia), mentre la parte più avanzata dei cicloni tende ad invadere solo in parte la nostra penisola senza fenomeni meritevoli di menzione, in un contesto molto mite per il periodo.

In questo inizio di primavera tale meccanismo va riproponendosi sempre più spesso, con nuove ondulazioni del getto che riportano depressioni nelle stesse zone, mantenendo uno scambio principalmente meridiano, e creando così delle anomalie fresche ad ovest e calde ad est. Più si instaurano tali le anomalie, più le configurazioni bariche tenderanno a percorrere una strada già tracciata, andando a loro volta ad incrementare le anomalie stesse, in un circolo vizioso. Ne consegue una situazione che si definisce di blocco. Ed è questa la prima sostanziale novità della nuova stagione ormai in corso, anche se ripropone assetti già vissuti in passato, giusto a rimarcare ancora una volta la fase climatica consolidata degli ultimi anni, fatta da surplus e deficit termici / pluviometrici che virano sempre più verso gli estremi e la stazionarietà.  

Nella concretezza e nell’osservazione si riscontrano cieli spesso solcati da nubi (parte avanza delle depressioni), che ogni tanto regalano qualche piovasco di poco conto, con gocce a volte piene di sabbia, segno inequivocabile dell’estrazione dell’aria di origine Africana.

Nei prossimi giorni l’andamento non virerà di molto. Dalle corse modellistiche si evince la possibilità di un nuovo affondo ciclonico sull’ovest del continente. Probabilmente in una prima fase, quella di avvicinamento, si riuscirà anche ad aver un parziale interessamento della nostra penisola da parte della struttura depressionaria (con a tratti un incremento dell’instabilità tra il finire di settimana e l’inizio della prossima), accompagnato da un temporaneo ridimensionamento dei valori termici. Successivamente, nel lungo periodo, è probabile che la nuova depressione non riesca ad evolvere verso est, ed anzi si isoli nuovamente sui settori più occidentali europei, richiamando il meccanismo con cui abbiamo aperto l’articolo. Le conseguenze sarebbero un nuovo richiamo caldo verso la nostra penisola (maggiormente avvertibile al sud ove sarà ristabilita l’onda stabilizzante), e nubi in transito sui settori occidentali italiani, (indotte dalla parte più avanzata del sistema ciclonico) che tenderà a tratti ad oscurare il sole, in un contesto decisamente variabile e mite. Ovviamente ipotesi ad ampio raggio che necessitano di conferme, ma se si verificassero andrebbero a rimarcare ulteriormente quelle anomalie che stanno lentamente prendendo forma in questo inizio di primavera, ed avrebbero significative conseguenze nel proseguo stagionale.